
Il messinese Giovanni Sgroi, medico accusato di violenza sessuale: sale a nove il numero delle denunce
Sale il numero delle presunte vittime di Giovanni Sgroi, medico e sindaco di Rivolta d’Adda, originario di Mongiuffi Melia, provincia di Messina, fermato lo scorso maggio per quattro episodi di violenza sessuale. Altre cinque denunce sono entrate nel fascicolo di indagine della procuratrice aggiunta Letizia Mannella e della pm Alessia Menegazzo, oltre alla testimonianza di una donna che ha raccontato abusi risalenti agli anni Novanta. Aggressioni, anche queste, che sarebbero avvenute tutte nel corso di visite mediche. Il settantenne, che lavorava in una struttura a Pozzuolo Martesana, di cui è stato anche dirigente sanitario, avrebbe adescato le vittime nel suo ambulatorio.
L’inchiesta ha preso il via nel 2024, dopo che una ragazza di 24 anni si è presentata dai carabinieri raccontando scene da incubo. Prima una serie di domande intime insistenti. Poi la violenza con la scusa di visitarla. Accompagnandola all’uscita, Sgroi le avrebbe fatto infine l’occhiolino, dicendo alla segretaria di fare “lo sconto alla piccolina”. Sul suo cellulare sono stati trovati i numeri delle pazienti salvati con note come “stupenda bionda”, “bellissima mora” e così via. Un elemento che ha consentito di ricostruire le altre violenze e risalire alle ulteriori presunte vittime.
A queste se ne aggiungono ora altre cinque. Alcune sarebbero state abusate dal medico in una clinica nella Bergamasca, ragione per cui alcuni atti dell’indagine potrebbero essere trasmessi per competenza alla procura di Bergamo. Sgroi, sospeso dalla carica di sindaco dopo essere finito ai domiciliari, ha sempre negato ogni accusa. Nell’interrogatorio davanti alla gip Sara Cipolla si era avvalso della facoltà di non rispondere, per poi affermare ai cronisti di essere sconvolto. “L’affronteremo con grande dignità”, aveva detto.