19 Giugno 2025 Politica e Sindacato

Ponte, Salvini cede al Colle sull’antimafia

Di Giacomo Salvini - Dopo che il Quirinale aveva fatto saltare la norma che assegnava al Viminale la competenza dei controlli antimafia sul ponte sullo Stretto, Matteo Salvini era andato allo scontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il vicepremier aveva annunciato di volerla ripresentare in Parlamento sotto forma di emendamento in aula al decreto Infrastrutture avviando un “tour antimafia” in Sicilia e Calabria per dimostrare al Colle di non avere alcuna intenzione di allentare le verifiche anti-criminalità organizzata.
Ora che il decreto è in discussione in commissione Ambiente alla Camera, però, Salvini dovrà fare un passo indietro: secondo due esponenti di maggioranza a conoscenza della questione, il governo non presenterà alcun emendamento per affidare le competenze sul ponte alla struttura del ministero dell’Interno presieduta dal prefetto Paolo Canaparo, in deroga al Codice antimafia.
La soluzione trovata consisterebbe in un rafforzamento delle prefetture locali (Messina e Reggio Calabria) che si coadiuveranno con la struttura del Viminale che si occupa già dei controlli antimafia in altre grandi opere come l’Expo e le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Ma per fare questo non servirà un emendamento parlamentare che rischia di non convincere il Quirinale, ma sarà fatto con una direttiva del ministero dell’Interno, spiegano le stesse fonti parlamentari.
Un primo segnale è già arrivato nei giorni scorsi quando sono stati depositati gli emendamenti in commissione Ambiente sul decreto Infrastrutture. Tra le proposte presentate da maggioranza e opposizione, non c’è quella annunciata da Salvini di riproporre la centralizzazione al Viminale dei controlli antimafia. Tra quelli che depositerà il governo, invece, ce n’è uno, rivelato dal Fatto, che permette al ministero della Difesa di decidere in autonomia se bypassare la Valutazione di Impatto Ambientale se un’opera riguarda la “Difesa nazionale”.
Il passo indietro di Salvini è dovuto a ragioni politiche interne al governo. In primo luogo lo scontro – che ha assunto toni inusuali con tanto di comunicato del Quirinale – con il presidente della Repubblica Mattarella che aveva contestato il metodo (inserire la norma last minute comunicandola solo dopo agli uffici del Colle) e il merito (la deroga al codice antimafia).
Ma a convincere Salvini è stata anche la stessa premier Giorgia Meloni: lunedì 26 maggio, dopo le tensioni con il Quirinale, la presidente del Consiglio aveva chiesto al suo vicepremier leghista di non aprire uno scontro frontale con il Colle. Non è un a caso che negli stessi giorni sia Salvini sia la maggioranza avevano comunicato la volontà di “collaborare” con il presidente della Repubblica.
Questo non significa che Salvini voglia rallentare sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, la bandiera su cui ha puntato tutto in questi anni di governo. Lunedì ha annunciato il consiglio dei amministrazione della società Stretto di Messina in vista del via libera del Cipess (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo) di fine luglio. “L’obiettivo prioritario è effettuare in piena sicurezza questi investimenti, contrastando qualsiasi forma di pressione e intromissione della criminalità organizzata”, ha detto il leader della Lega.