
L’AFFONDO dí RISPETTO MESSINA: Messina, da “madrina” a “tappetino”…
Riceviamo e pubblichiamo una nota del Gruppo di Iniziativa e Resistenza Civica “RispettoMessina”
La vicenda della ricorrenza del settantenario della “Conferenza di Messina” del 1955, divenuta oggetto di una autentica “appropriazione indebita”, che ha visto protagonisti e comprimari di quello che è stato definito opportunamente un falso storico, non fa altro che confermare come la Città di Messina sia stata, e sia, oggetto di una autentica “conquista”.
Una conquista, dal sapore e da certi metodi “colonialisti”, realizzata grazie a un populismo qualunquistico da un gruppo di potere politico ed associativo in cui prevalgono il fideismo e l’obbedienza, che ha creato un sistema clientelare e particolaristico pervasivo.
Perché permettere che tale evento venga definito anniversario della “Conferenza di Messina e Taormina” significa che si risponde non agli interessi del Comune di Messina e della sua collettività, ma a logiche “partitiche”, con un atteggiamento da “subordinati”.
Non altrimenti può essere definito il comportamento del Sindaco di Messina, che ha tacitamente accettato che i riflettori venissero puntati sul Comune di Taormina e sul suo attuale Sindaco, con tutto il clamore mediatico conseguenziale.
Ma va evidenziato anche il comportamento da “compari” del Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Esteri e del Presidente della Regione Siciliana, che su questa palese mistificazione dei fatti storici non hanno avuto nulla da eccepire.
Assumendo così un atteggiamento caratterizzato o da “ignoranza” – anche se appare paradossale che chi svolge ruoli istituzionali così importanti non conosca la storia recente del proprio Paese – o (e sarebbe ancora peggio) da “complicità”, per biechi e strumentali motivi politico-elettorali che li hanno portati a dare il loro avallo.
Un avallo che non avrebbero potuto dare, però, sia loro due che gli altri partecipanti all’evento provenienti da diversi Paesi europei, se avessero avuto contezza delle opinioni del Sindaco di Taormina sull’Unione Europea, espresse pubblicamente poco più di un anno fa in un’intervista rilasciata a un quotidiano di valenza nazionale.
Intervista fatta il 16 maggio 2024, prima delle elezioni europee, in cui il capolista del cartello elettorale “Libertà” affermava che fosse necessario “meno Europa e più Italia e più sovranità” e sottolineava, ricorrendo a un’immagine lugubre e gergale, che l’Italia in Europa fosse come “un incaprettato che più tira e più si soffoca”, criticando pesantemente il Governo Meloni.
Anche se ora, da neo-convertito all’europeismo, ed in fase di “megalomania parossistica”, sostiene sui social che l’Europa fosse nata a Taormina nel 1955, e tesse le lodi di quella Unione Europea che attaccava un anno fa.
Ciò nel silenzio del Sindaco di Messina, che anche nelle foto opportunity appare come un “attendente di campo”, incapace di avere un sussulto di orgoglio per difendere la Città che amministra.
E far sì che Messina, che fu “madrina” di quel primo embrione della Europa Unita, non venisse oggi “rispettata” e venisse trattata da “tappetino”.