5 Luglio 2025 Giudiziaria

Gestione beni Ofria, la Cassazione rigetta quasi tutti i ricorsi

Regge pienamente anche in Cassazione l’impianto accusatorio dell’inchiesta della Procura di Messina diretta da Antonio D’Amato sulla “gestione mafiosa” di beni confiscati a Barcellona. Che in questo caso ha riguardato la storica azienda di smaltimento rifiuti urbani e speciali, e demolizione di veicoli, intestata fin dalla sua creazione, nel 1980, a Carmela Bellinvia, la madre dei fratelli Salvatore e Domenico Ofria. E che ha inguaiato anche il noto commercialista catanese, nonché presidente dell’Ordine etneo, Salvatore Virgillito, l’amministratore giudiziario dell’impresa confiscata.

Proprio ieri i giudici della sesta sezione penale della Cassazione hanno rigettato quasi tutti i ricorsi presentati dai difensori, annullando parzialmente per un nuovo pronunciamento del Riesame di Messina solo per due indagati: il boss Salvatore Ofria, da alcuni mesi al “41 bis”, e Angelo Munafò, che sono assistiti dagli avvocati Salvatore Silvestro e Giuseppe Lo Presti. Ma si tratta di un annullamento probabilmente solo per un’ipotesi minore (dovrebbe riguardare il capo d’imputazione 2, un caso di estorsione) e non per le accuse principali, visto tra l’altro che per tutti gli altri indagati si è registrato il rigetto integrale dei ricorsi (Domenico Ofria, Fabio Paolo Salvo, Luisella Alesci, Salvatore Virgillito, attualmente ai domiciliari, Giuseppe Ofria). Impegnati anche gli avvocati Tino Celi, Francesco Scattareggia, Vincenzo Mangione, Vittorio Manes e Fabio Catania. Confermato quindi il quadro delle indagini della Mobile di Messina e del commissariato di Barcellona, coordinate dall’aggiunto Vito Di Giorgio e condotte dai pm della Dda Fabrizio Monaco, Francesco Massara e Antonella Fradà.