
IL VIDEO: Terzo giorno di navigazione per Antonio Mazzeo, report da Handala in viaggio verso la Palestina
Pubblichiamo il video e la trascrizione del report di Antonio Mazzeo, docente, giornalista e promotore dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, in viaggio su Handala di Freedom Flotilla alla volta della Palestina.
Buongiorno, terzo giorno di viaggio. Una giornata bellissima, sole, mare per fortuna un po’ più calmo di quello di ieri.
È una giornata in cui ti viene da pensare, ti viene da pensare che abbiamo già percorso quasi un terzo del viaggio che separa Gallipoli da Gaza e nonostante le orribili, pessime notizie che continuano ad arrivare dalla Striscia, abbiamo la sensazione che questa missione possa veramente raggiungere l’obiettivo, cioè quello di attraversare il blocco navale militare di Israele e poter approdare nel porto di Gaza.
Lo sentiamo perché qualcosa oggettivamente sta cambiando, perlomeno a livello internazionale, anche in quei Paesi come il nostro, che ha giocato e continua a giocare un ruolo determinante nel sostegno politico, militare, diplomatico ed economico di Israele, cresce enormemente il dissenso e non soltanto tra le popolazioni, ma cresce anche da quelle forze politiche che sostengono questi governi.
È di ieri la sottoscrizione di un documento che comunque rappresenta un cambio di linea, un cambio di visione. C’è una richiesta, per quanto possa sembrare cinica dopo che si sono fornite le armi a Israele, di chiudere, di smettere di sparare sulle popolazioni. Stanotte i carri armati entrati a Gaza City hanno sparato sulle tende che ospitavano i rifugiati palestinesi. Ci sono già dati: tra i 15 e i 20 morti uccisi dalle bombe di questi carri armati.
Eppure, ripeto, qualcosa si muove e perlomeno, dopo la Cumbre a Bogotà con i Paesi che hanno di fatto sostenuto le politiche di embargo e di invio di armi e la richiesta che veramente la Corte internazionale possa giudicare Netanyahu e i criminali di guerra, cresce anche tra quei paesi sostenitori, supporter di Israele, più di un mal di pancia. Ecco, questo è un segnale e, comunque vada, consentitemi di dire già il primo grande risultato questa missione di Handala lo ha avuto.
Sta crescendo enormemente l’attenzione internazionale e soprattutto la volontà di arrivare da qui alla fine dell’estate a mettere su una grande missione internazionale con decine e decine di unità da barche come la Handala a barche più grandi, è stato fatto anche un appello agli armatori internazionali per mettere a disposizioni grandi navi proprio per poter riempirle di donne e uomini solidali con la lotta del popolo palestinese e soprattutto che vogliono aiutare direttamente, concretamente quelle bambine e bambini a cui da due anni viene negata qualsiasi possibilità di avere cibo, di avere acqua, di poter frequentare una scuola.
Ecco questo è già un primo grande risultato, probabilmente Handala sarà l’ultima missione con un’imbarcazione, sarà l’ultima missione, consentitemi, di simbolismo di pace, di simbolismo e di relazione tra i popoli. Ad Handala probabilmente presto seguiranno le flotte di solidarietà di tante unità che vogliono rompere l’imbarco che vogliono rompere il silenzio dei media e che vogliono rompere la modalità di collaborazione criminale di buona parte dei Paesi, di buona parte delle industrie, di buona parte dell’economia e delle banche col genocidio israeliano del popolo palestinese.