23 Luglio 2025 Sport Cultura Spettacolo

FOTO – Cortile Teatro Festival 2025. Un’anteprima-festa di successo avvia un cammino difficile nel segno di Goffredo Fofi

Di Tonino Cafeo - In un anno dai cartelloni estivi ridotti all’osso, un dubbio ce lo siamo tolto: Il Cortile teatro festival 2025 si farà.

La manifestazione ideata e diretta da Roberto Bonaventura, Giuseppe Giamboi e Stefano Barbagallo, nata e cresciuta nella preziosa incubatrice del cortile di palazzo Calapaj D’Alcontres, giunge alla sua quattordicesima edizione confermandosi come un classico dell’estate messinese. Ma questa conferma non ha nulla di abitudinario o rassicurante. Il direttore artistico Roberto Bonaventura non ha nascosto al suo pubblico e alla città le profonde difficoltà in cui è costretto a muoversi chi fa teatro,mosso da una certa idea di lavoro culturale, oggi in Italia. «Il futuro dei Festival, di tutti i Festival, in Italia è incerto, e così quello del nostro Cortile Teatro Festival”, ha sottolineato.

Il mancato riconoscimento da parte del Ministero della Cultura, la riduzione del contributo economico del Comune di Messina (chepure in minima parte per fortuna è rimasto) e l’indisponibilità della sede storica del festival hanno contribuito ad alimentare un clima di incertezza che si è protratto fino all’anteprima-festa che si è svolta nella serata di lunedì scorso nello spiazzo della Lega navale al villaggio Pace.

Roberto Bonaventura aveva preannunciato che questa sarebbe stata l’occasione per esprimersi sulla crisi “nello stile del Cortile teatro festival” ed è stato di parola: le due performances in programma sono state annunciate attraverso una vera e propria dichiarazione di intenti affidata alla voce di Monia Alfieri, altro volto storico del festival, e alle parole di Goffredo Fofi – lo scrittore e critico recentemente scomparso- che , nel suo libro L’oppio del popolo, prende duramente posizione contro la cultura come puro e semplice intrattenimento auspicando “ un teatro-gruppo che cerca, nei possibili spazi marginali che la società gli permette, il confronto con un pubblico che gli somigli. […] un luogo dell’anarchia realizzabile” in grado di “esprimere sogni e bisogni che solo con l’arte possono essere espressi”. Il modo in cui l’anteprima -festa è stata strutturata, mettendo gli artisti a stretto contatto, quasi osmotico, con un pubblico invitato a mescolarsi, a partecipare al caos creativo anziché rimanere confinato nel ruolo e nello spazio passivi destinati solitamente a chi guarda, risponde perfettamente alle caratteristiche pensate da Fofi.

Ma veniamo ai due momenti di spettacolo che sono stati il cuore della serata. Introdotti da Come è profondo il mare, di Lucio Dalla – altra implicita dichiarazione di poetica nel segno di un equilibrio da ricercare per non affondare – si sono alternati nello spazio teatrale Lelio Naccari, con la sua performance Sottacqua, e – dalla Slovenia e dalla Lituania-il Fabla Collective, con la performance Do Birds dream of flying?

Naccari, ispirandosi alla tecnica del teatro-danza giapponese Butoh, si è fatto letteralmente mare profondo – anche grazie al body paint di Marika Di Bella- offrendo agli spettatori un’immersione metaforica nell’inconscio collettivo attraverso tre testi tratti da Le città invisibili di Calvino, I sommersi e i salvati, di Primo Levi e da una lettera privata. Le parole e la gestualità, armonizzate con precisione, sono state una sorta di guida alla scoperta delle zone grigie dell’umano, dall’oscurità del non detto alla luce del desiderio di verità.

Senza parole ma altrettanto ispirata la performance del Fabla collective. Mojka Spik e Inan Sven du Swami hanno usato un’attrezzatura scenica appositamente progettata per l’esibizione:una scala rotante e oscillante che, opportunamente manovrata dei due artisti, permette di annullare la forza di gravità e di esplorare lo spazio circostante e la possibilità di esprimersi attraverso il linguaggio del corpo in tutte e tre le dimensioni visibili. Venti minuti circa di danza aerea in stile circense per riflettere sulla possibilità dell’umano di superare i propri limiti ed esplorare nuovi orizzonti senza perdere il legame con le proprie origini naturali, al modo degli uccelli.

Confortato dal numeroso pubblico che ha ben risposto all’appello dei suoi ideatori, il Cortile Teatro Festival ha dunque mollato gli ormeggi per iniziare una navigazione più breve degli altri anni ma più intensa, fuori dagli angusti spazi urbani e sulle rive del Mediterraneo che abbraccia da tutti i lati il nostro territorio e fa in modo che il tempo rallenti e l’ascolto si faccia più profondo.

Prossimo appuntamento il primo di agosto alla tenuta Rasocolmo, con Makkox e Valerio Aprea e il loro libro “Il vero problema di questo paese”.

Foto di Giuseppe Contarini