24 Luglio 2025 Giudiziaria

Sono 24 gli indagati per l’incidente ferroviario di Brandizzo, tra le vittime anche il messinese Kevin Laganà

Chiuse le indagini sull'incidente ferroviario di Brandizzo che nell'agosto di due anni fa ha causato la morte di cinque operai impegnati nei lavori di manutenzione dei binari della linea Milano-Torino. Tra le vittime anche il messinese Kevin Laganà di appena 22 anni.

Come riporta Torino Today, elle scorse ore la procura di Ivrea ha chiuso le indagini per ricostruire le responsabilità sulla tragedia. Adesso, risultano indagate ventuno persone e tre società: Rfi (avvocato Luigi Chiappero), Sigifer (avvocato Alberto De Sanctis) e Clf.

La strage sui binari

Poco dopo mezzanotte del 31 agosto 2023, un treno passeggeri vuoto travolge sette operai che stanno eseguendo dei lavori di manutenzione sui binari. I superstiti sono solo due. Gli altri cinque (Kevin Laganà, 22 anni; Michael Zanera, 34 anni; Giuseppe Sorvillo, 43 anni; Giuseppe Aversa, 49 anni; Giuseppe Saverio Lombardo, 52 anni) muoiono. Erano tutti dipendenti della Sigifer di Borgo Vercelli, ditta esterna al gruppo Ferrovie dello Stato.

Chi sono gli indagati

Tra i ventuno indagati, spiccano i nomi dell’ex amministratore delegato di Rfi (ora ad di Trenitalia) Gianpiero Strisciuglio e della sua predecessora alla guida di Rfi Vera Fiorani. Poi ci sono Antonio Massa (avvocati Maria Grazia Cavallo e Antonio Maria Borello) e Andrea Girardin Gibin (avvocato Massimo Mussato), unici due superstiti della strage. Sono accusati di omicidio e disastro colposo. Secondo la procura, avrebbero causato la morte delle vittime con “negligenza, imprudenza, imperizia e violazione delle norme legislative”.

Tra i reati contestati, non c’è più l’omicidio volontario, il più grave inizialmente ipotizzato.

Sicurezza? “Nessun interesse”

Secondo la procuratrice Gabriella Viglione e le sostitute procuratrici Valentina Bossi e Giulia Nicodemi, ci sarebbero state anche gravi “inadeguatezze nelle informazioni sui rischi specifici” e totale “mancanza di cooperazione per l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione”.

Relativamente alla Sigifer, secondo la procura, lo scenario era di “assoluta carenza di sicurezza”, con assenza dell’organismo di vigilanza, nessun canale informativo di prevenzione, “nessuna vigilanza” sul rispetto delle procedure e “inadeguata formazione dei lavoratori”. Tutto questo, sarebbe sintomo di una “politica aziendale gravemente disinteressata alla materia della sicurezza sul lavoro”.

Rfi, poi, avrebbe “concesso appalti a soggetti privi delle necessarie strutture per la sicurezza dei lavoratori”.

Verso il processo

Nelle prossime settimane, gli indagati potranno chiedere di essere ascoltati dal giudice. Poi sarà fissata l’udienza preliminare, in vista del processo.