6 Agosto 2025 Politica e Sindacato

Corteo No Ponte sabato a Messina, presentato l’evento che partirà da Piazza Cairoli

Oggi, mercoledì 6 agosto, è stato presentato nel corso di una conferenza stampa presso la Sala “Antonino Caponnetto” del Comune di Messina il corteo No Ponte che si terrà sabato 9 agosto a Messina, con partenza da piazza Cairoli.

Il Corteo è organizzato dall’Assemblea No Ponte, spazio orizzontale di discussione al quale hanno partecipato, nel corso degli ultimi mesi, decine di soggetti organizzati (associazioni, collettivi, partiti, sindacati) e centinaia di persone, per la continuazione di un percorso condiviso di mobilitazione. Ad oggi, al corteo hanno aderito numerose realtà locali e nazionali, molte delle quali hanno attivamente partecipato in questi mesi alla stessa Assemblea No Ponte. In calce, l’elenco aggiornato delle adesioni al 6 agosto.

L’Assemblea No Ponte ha deciso di dedicare il corteo a Santino Bonfiglio, storico militante dei movimenti messinesi, scomparso pochi mesi fa.

Alla conferenza stampa sono intervenuti/e, in rappresentanza dell’Assemblea No Ponte, Federico Alagna, Giuseppe Micari, Ivana Risitano e Giuliana Sanò.

Federico Alagna ha illustrato la genesi del corteo e la congiuntura politica particolarmente critica in cui si inserisce: “Il corteo nasce nel solco di un percorso pluriennale di mobilitazione, dalla convergenza di tante realtà diverse all’interno di uno spazio assembleare. Mentre il progetto del Ponte e il rischio che aprano i cantieri si fanno ogni giorno più concreti, per quanto l’iter sia molto più irto di quanto racconta Salvini, ci è sembrato necessario tornare ancora una volta in piazza. Mai come in questa fase è fondamentale mettere in campo tutte le forme di mobilitazione possibile. Sfileremo, quindi, per le vie di Messina ribadendo che le priorità del territorio sono altre, che i 14 miliardi del Ponte dovrebbero essere spesi per ospedali, scuole, acquedotti, messa in sicurezza del territorio e tanto altro, invece che per distruggere non solo lo Stretto ma una città intera, lasciando migliaia di persone senza casa e trasformando tanti quartieri di Messina in un cantiere. Non è vero che il Ponte non lo faranno mai: lo stanno già facendo, definanziando interventi vitali per il nostro territorio e continuando a devastarlo con azioni e inazioni rispetto alle quali non possiamo restare indifferenti”.

Giuseppe Micari ha ricordato l’importanza di “ribadire con forza un no che è una presa di parola collettiva contro un modello di sviluppo che non ci rappresenta e che da decenni devasta territori, esclude comunità e impone scelte dall’alto. Mentre i riflettori sono puntati su questo grande arco d’acciaio, di quanto costa o della legittimità giuridica dell’opera stessa, nessuno parla della cantierizzazione, del vero impatto che quest’opera ha su territori, quartieri ed economie locali, partendo dagli espropri, passando per la devastazione ambientale, per la militarizzazione del territorio e arrivando alla distruzione di intere comunità. La cantierizzazione vuol dire che per almeno 15 anni intere aree saranno trasformate in zone rosse, ovvero zone inaccessibili, rumorose e pericolose. Le persone che vivono in queste zone saranno trattate come ostacoli, come danni collaterali. Tutto in nome di un’infrastruttura che probabilmente non verrà nemmeno mai completata. Il vero problema appunto sono i cantieri, che arrivano subito e lasciano cicatrici che durano decenni.

L’altro grande tema è il traffico. Da una parte vediamo il ponte venduto come la soluzione alla “continuità territoriale”, dall’altra questo intensifica il traffico, intasandolo più di quanto non lo è già con il traffico delle merci. È un’opera che rafforza la marginalità del sud, che trasforma ancora di più le nostre terre in zone di passaggio, mai di approdo. La cantierizzazione nel mentre farebbe sprofondare l’assetto urbanistico della città, tra i tir e i lavori in corso, non ci aspettiamo niente di buono per chi ha necessità e urgenze e non si può permettere di stare minuti, se non ore in fila nel traffico. Il ponte, che si dovrebbe allacciare a Granatari alla fine della Panoramica, andrebbe a congestionare tutta l’area nord, punto di passaggio obbligato e che non riuscirebbe in alcun caso a contenere la mole di traffico che si creerebbe. Questo stesso weekend abbiamo avuto la prova provata della confusione che si genererebbe dopo lo show delle frecce tricolore.

Le strade intanto crollano, i treni non passano e i servizi pubblici vengono tagliati. Basti andare a guardare la situazione di ieri in Calabria, proprio dove dovrebbe sorgere la parte continentale del ponte, dove tutti i treni sono stati soppressi per della pioggia non prevista”.

Ivana Risitano ha raccontato come, “attraversando le strade della città da Contesse a Faro, abbiamo incontrato migliaia di persone, e abbiamo avuto la conferma che Messina è No Ponte. Mentre, però, tutti coglievano il nesso tra No Ponte ed acqua, qualcuno ci chiedeva cosa c’entrasse la guerra. Ebbene, la guerra c’entra su un piano concreto, perché il governo, pur di aggirare tutte le normative a tutela del territorio, ha dichiarato il ponte opera di rilevanza strategica sul piano militare; e c’entra su un piano politico, antropologico e simbolico, perché le grandi opere hanno in comune con la guerra la logica di dominio sul territorio, della volontà di appropriazione, controllo e asservimento dello spazio agli interessi del potere. Non è un caso che Salvini sia la stessa persona che bacia i piedi al governo israeliano, artefice di un genocidio atroce, e che vuole associare il proprio nome all’opera faraonica del ponte.

Il ponte non è solo un manufatto: è un simbolo di devastazione e violenza, di prevaricazione e prepotenza; è il simbolo dell’arroganza del potere, dell’antropocentrismo che fa credere all’uomo di avere il diritto di imporsi sulla natura, del progresso per i pochi che è regresso e peggioramento delle condizioni materiali di vita per i molti. È proprio una visione del mondo e della vita. È un immaginario. E l’immaginario non è un orpello: è ciò che orienta paure, desideri, scelte. Il ponte è legato ad un immaginario di sfida titanica dell’uomo sulla natura, di gigantismo tecnologico e di mito del progresso. Siamo di fronte ad una grande domanda che non è solo tecnica e, a questo punto, neanche solo politica: vogliamo vivere in una città devastata? vogliamo essere complici di questa visione del mondo e della vita?

Acqua e guerra costituiscono un binomio anche simbolico, quasi archetipico: una rappresenta la vita, l’altra la morte. Noi da che parte vogliamo stare?

Giuliana Sanò si è soffermata sul tema del progresso: “Se, come pensano i pontisti, quest’idea di progresso, e quindi il ponte, ci consentirebbe di entrare a pieno titolo nell’alveo dei paesi ‘progrediti’ e se, come immagino, per i pontisti è l’Europa (non credo l’Africa o l’India) lo scenario entro cui i valori di progresso e modernità vengono costruiti, sentiamo allora che cosa l’Europa sostiene a proposito di progresso, qual è la definizione che ne dà. Testualmente: ‘Il progresso per l’Unione Europea è un concetto multidimensionale che va oltre la semplice crescita economica, abbracciando aspetti sociali, ambientali e valoriali, e puntando a un’Europa più coesa, equa e sostenibile’ Dunque, delle due l’una: o questo progetto lo stiamo facendo nel nome di un adeguamento del nostro territorio ai principi di ‘modernità e progresso’ dettati dall’Europa come ci dicono e ci vogliono far credere o dobbiamo con tutta onestà ammettere che questo progetto tutto è fuorché sinonimo di progresso”.

Piattaforma politica del corteo

Ecco come gli organizzatori spiegano le loro idee alla base della manifestazione: “Costellata dagli innumerevoli annunci di Salvini e Ciucci è arrivata una nuova estate. Nel 2023 ci avevano già detto che era l’ultima estate, che eravamo alle soglie dell’avvio dei cantieri del ponte sullo Stretto. Sono passati due anni e ancora una volta ci troviamo di fronte ad accordi e cronoprogrammi che alludono alla messa in moto delle ruspe. Noi sappiamo bene, però, che, al di là dell’effettivo inizio dei lavori, le attività di Stretto di Messina Spa ed Eurolink consumano già risorse e rubano futuro, con la complicità di Regione e Comune di Messina lasciando inevasi i bisogni veri che i nostri territori esprimono.

Ancora una volta ci troviamo, d’altronde, di fronte a una estate di passione per l’assenza di acqua nelle nostre abitazioni. Circa metà di quella che passa dalla rete idrica siciliana va perduta, e in tutta la Sicilia, Messina inclusa, le crisi idriche sono all’ordine del giorno. Nonostante ciò, ’ , % .

Già nella Relazione che accompagnava il DL 35/2023 il ponte sullo Stretto veniva annoverato come opera di interesse strategico. Già in quella occasione, dunque, Salvini & soci avevano provato a collocarlo dentro un contesto europeo che potesse, da un lato, consentire una corsia preferenziale nei meccanismi autorizzativi e, dall’altro, catturare risorse europee da utilizzare ai fini della progettazione e costruzione dell’opera. Di recente il Governo ha con ancora più forza rappresentato , e rendendo la Sicilia, da quasi un secolo occupata dalla presenza di basi militari USA, NATO e italiane, sempre più .

Tale strategia politica e mediatica è stata messa in atto mentre il mondo intero continua la folle corsa verso la guerra e il riarmo. A tutti gli effetti, dunque, il manufatto d’attraversamento e tutte le opere collaterali previste diventano l’ennesima propaganda di una politica militarista che va contrastata. Essere contro la guerra, così, vuole dire essere contro il ponte ed essere contro il ponte significa essere contro la guerra.

’, quante delle emergenze strutturali del Sud e delle isole (e non solo) si potrebbero sanare? La siccità, certo. Ma anche ospedali, scuole, autostrade, ferrovie e tanto altro ancora.

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Percorso del corteo

Concentramento iniziale a Piazza Cairoli, dopo il breve tratto di via Tommaso Cannizzaro si prosegue in via Centonze, poi in via Geraci, via Cesare Battisti, via Primo Settembre, e per concludere a Piazza Duomo.

Elenco delle adesioni (aggiornato al 6 agosto)

  1. Anomalia Palermo
  2. ANPI – Sezione “Eliana Giorli La Rosa”, Milazzo
  3. ANPI – Sezione “Francesco Garufi”, Messina Jonica
  4. ANPI – Sezione “Lidia Brisca Menapace”, Barcellona P.G.
  5. Antudo
  6. APE – Assemblea Popolare Ecologista
  7. Associazione 11 agosto
  8. Associazione Accademia dei due mari
  9. Associazione Antimafie Rita Atria
  10. Associazione Human
  11. Associazione Marxista Rivoluzionaria ControVento
  12. Assopace Palestina – Messina
  13. Cambiamo Messina dal Basso
  14. Campagna nazionale “Per il clima, fuori dal fossile”
  15. Casa del Popolo Messina
  16. Castello di Sancio
  17. Comitati NO TAV Trentino
  18. Comitato Vogliamo l’acqua dal rubinetto!
  19. CSC Nuvola Rossa
  20. Docenti No Ponte
  21. Europa Verde – Sicilia
  22. Extinction Rebellion
  23. Fiom Cgil Messina
  24. Italia Nostra – Messina
  25. Le Radici del Sindacato Cgil Sicilia
  26. Legambiente – Reggio Calabria
  27. Malerba
  28. Mediterranea Saving Humans – Messina
  29. Movimento 5 Stelle
  30. Movimento No Base – Né a Coltano né altrove
  31. Movimento NO MUOS
  32. Movimento No Tap/Snam Brindisi
  33. No Ponte Calabria
  34. Officina del Popolo Palermo
  35. Parco Ecologico San Jachiddu
  36. Partito Comunista Italiano – Sicilia
  37. Partito Comunista Italiano – Verbania
  38. Partito della Rifondazione Comunista – Circolo “Peppino Impastato”, Messina
  39. Partito della Rifondazione Comunista – Federazione Provinciale di Messina
  40. Partito della Rifondazione Comunista – Sicilia
  41. Partito della Rifondazione Comunista – Trentino
  42. Partito Democratico – Messina
  43. PAS: Partito per l’Autonomia Siciliana
  44. Potere al Popolo
  45. Potere al Popolo – Calabria
  46. Potere al Popolo – Catania
  47. Potere al Popolo – Palermo
  48. Potere al Popolo – Sicilia
  49. Rete No DL Sicurezza – Cosenza
  50. Sinistra Italiana – Sicilia
  51. Spazio No Ponte
  52. Tenda della Pace e della Non Violenza
  53. Unione dei Giovani di Sinistra – Sicilia
  54. Unione Inquilini – Messina
  55. Universitari No Ponte
  56. USB – Unione Sindacale di Base