
Mazzarra’ S. Andrea: Affidamento di lavori pubblici, indagato il sindaco Pietrafitta accusato di aver percepito somme tra 50 e 60mila euro
Nuovi sviluppi nelle indagini del troncone d’inchiesta che riguarda l’ennesimo tentativo dell’ex boss ed ex pentito Carmelo Bisognano di intraprendere nuove iniziative imprenditoriali nel settore del movimento terra e delle manutenzioni di lavori pubblici commissionati dal Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, attraverso l’interposizione dei fratelli Antonino Giardina e Davide Giardina, ai quali sarebbero stati intestati fittiziamente beni e due società, riconducibili allo stesso Bisognano.
Ad accusare il sindaco di Mazzarrà e il suo esperto, scelto per migliorare l’andamento dell’Ufficio tecnico comunale - come scrive Leonardo Orlando su Gazzetta del sud - è stato l’imprenditore Antonino Giardina, attualmente detenuto in carcere, da sempre vicino all’ex boss e capo del clan dei cosiddetti Mazzarroti, fazione riconducibile alla famiglia mafiosa dei “barcellonesi”. Infatti, è lo stesso 36enne, già indagato insieme al fratello Davide, 21 anni, per intestazione fittizia di beni e delle due società sequestrate (A.GI.LA. srl e Pretoria srl), ad aver accusato i due nuovi indagati finiti al centro dell’inchiesta avviata dalla Procura distrettuale antimafia di Messina. A seguito delle sue dichiarazioni, rese nell’interrogatorio di garanzia del 1° agosto, i sostituti procuratori Piero Vinci e Fabrizio Monaco, con procedimento dello scorso 8 agosto, hanno emesso un decreto di perquisizione e sequestro, eseguito pochi giorni prima di Ferragosto. Fari sulle abitazioni dei due indagati e negli uffici del Comune di Mazzarrà Sant’Andrea, oltre che in locali riconducibili ad altri funzionari. La notizia è emersa soltanto adesso dal riserbo delle indagini preliminari, che restano in corso e ancora segretate. Il provvedimento riguarda il sindaco di Mazzarrà Sant’Andrea, Carmelo Pietrafitta, 58 anni, e il geometra Giuseppe Natale, 70 anni, tecnico esperto di fiducia del primo cittadino. Entrambi sono difesi d’ufficio dall’avvocato Cesare Santonocito, del Foro di Messina. Per l’esecuzione del decreto, la Procura ha delegato gli ufficiali di polizia giudiziaria del Nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri di Messina, con facoltà di sub delega, incaricati anche di consegnare copia del provvedimento agli interessati, i quali contemporaneamente si sono recati a Mazzarrà e Novara di Sicilia.
LE ACCUSE.
Secondo il primo capo di imputazione, frutto delle accuse mosse da Antonino Giardina, Pietrafitta, nella qualità di sindaco, avrebbe percepito indebitamente somme di denaro per un ammontare complessivo stimato tra i 50 e i 60mila euro. Tali somme, stando alla ricostruzione accusatoria, sarebbero state corrisposte da Antonino Giardina come corrispettivo per l’affidamento diretto o in subappalto di lavori pubblici commissionati dal Comune tra il 2018 e il 2023. Il secondo capo di imputazione riguarda invece il geometra Natale, che, sempre per l’accusa, avrebbe posto in essere atti diretti a indurre Giardina ad ulteriori dazioni di denaro quale contropartita di nuovi affidamenti.
L’imprenditore che ha mosso le accuse ha dichiarato nell’interrogatorio in carcere che, a seguito del suo rifiuto, le commesse sarebbero state interrotte o ridotte in misura significativa. Giardina ha inoltre ricostruito i suoi rapporti con Pietrafitta, iniziati già nel 2007-2008, quando questi era assessore, e consolidatisi dopo la sua elezione a sindaco nel 2017.
Le presunte dazioni di denaro, secondo la sua versione, sarebbero avvenute nel garage dell’abitazione del primo cittadino. A supporto delle dichiarazioni, ha fatto riferimento anche a registrazioni di colloqui custodite sul proprio telefono, sequestrato dagli inquirenti. Le accuse mosse dovranno ancora essere vagliate in contraddittorio per essere riscontrate.