1 Ottobre 2025 Giudiziaria

Processo Hydra: pm messinese Alessandra Cerreti minacciata in aula da imputato

Durante un'udienza del processo Hydra sulle mafie a Milano, tenutasi lo scorso 12 settembre nell’aula bunker del carcere di Opera, la pm Alessandra Cerreti è stata oggetto di un gesto ritenuto intimidatorio da parte di un imputato, Giuseppe Sorce. Il fatto è stato segnalato dagli agenti della polizia penitenziaria, che hanno notato l'uomo mentre compiva per tre volte il segno della croce con la mano sinistra.
Un gesto apparentemente innocuo, ma che ha destato sospetti sia per la modalità che per il contesto in cui è avvenuto. Il comportamento è stato subito riportato in un’annotazione di servizio, poi trasmessa alla scorta della magistrata, ai vertici della procura e alle forze dell’ordine milanesi.
Giuseppe Sorce, 50 anni, originario di Canicattì, è oggi in libertà ma sottoposto a diverse restrizioni: divieto di espatrio, divieto di dimora nelle province di Milano e Varese e obbligo di firma presso la polizia giudiziaria. Considerato vicino alla famiglia Senese, è imputato per associazione mafiosa, estorsione, traffico di droga, riciclaggio e intestazioni fittizie. Ha scelto il rito abbreviato e, secondo gli inquirenti, partecipava ai vertici delle organizzazioni criminali coinvolte nel presunto "consorzio mafioso del Nord", che vede insieme esponenti di Cosa Nostra, Camorra e ‘Ndrangheta.
Nel dettaglio, il primo segno della croce è stato fatto mentre si avvicinava al banco degli imputati per l'interrogatorio, rivolgendosi alle forze dell’ordine. Il secondo durante un tentativo di avvicinarsi alla PM Cerreti, cercando anche - secondo quanto rilevato dai monitor – di attirare l'attenzione degli imputati detenuti collegati in videoconferenza. Il terzo segno, infine, è stato fatto mentre lasciava l’aula.
Per gli investigatori, questi gesti hanno un chiaro intento minaccioso. Non si tratta di un caso isolato: all'inizio dell’anno, in seguito a minacce di morte esplicite, la protezione per il procuratore capo Marcello Viola e per la stessa Cerreti - già sotto scorta - è stata ulteriormente rafforzata. La pm segue il processo insieme al collega Rosario Ferracane.

CHI E'

Alessandra Cerreti, siciliana, di Messina.
Entrata in magistratura nel 1997.
Primo incarico al Tribunale di Milano, quale Giudice del Lavoro.
Dal 1999 al 2009 Giudice del Tribunale Ordinario di Milano: dapprima quale Giudice a latere presso la Sezione VIII penale e, dall’anno 2005, quale Giudice per le indagini preliminari.
Presso il Tribunale di Milano, ha avuto modo di occuparsi di complessi procedimenti di criminalità organizzata (“cosa nostra” siciliana, ‘ndrangheta, terrorismo di matrice estremista islamica).
Dal marzo all’ottobre 2009 ha svolto le funzioni di Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria.
Dal gennaio 2010 è stata trasferita, su sua richiesta, alla Procura Tribunale Reggio Calabria. Nel settembre dello stesso anno è entrata a far parte della Direzione Distrettuale Antimafia di RC. Presso la DDA di Reggio Calabria si è occupata di importanti indagini riguardanti territori tra i più interessati dal fenomeno mafioso: il porto di Gioia Tauro, Rosarno, Rizziconi.
Tra i tanti, è stata titolare del procedimento cd. ALL INSIDE, che ha consentito l’arresto e la successiva condanna di più di 80 appartenenti alla storica ed egemone cosca mafiosa PESCE di Rosarno. Nell’ambito di quel procedimento, ha gestito la collaborazione con la giustizia della prima donna di “ndrangheta”, Giuseppina PESCE, figlia del boss Salvatore PESCE.
Ha gestito, altresì, la collaborazione con la A.G. di altre due donne legate ad altro storico e temibile casato mafioso di Rosarno: Maria Concetta CACCIOLA e Giuseppina MULTARI, moglie di CACCIOLA Antonio.
Si è, altresì, occupata dell’indagine cd. “Deus”, che ha consentito di disarticolare la cosca mafiosa CREA di Rizziconi, nell’ambito della quale ha gestito la coraggiosa scelta dell’ex Sindaco di Rizziconi, Antonio Bartuccio, di testimoniare contro gli appartenenti alla cosca mafiosa, responsabili di aver “sciolto” il Consiglio Comunale del paese e di efferati delitti sul territorio.
Si è occupata, infine, di azione di contrasto al narcotraffico internazionale attraverso il porto di Gioia Tauro.
Dal marzo 2015 fa parte della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano.
Dall’aprile 2016 fa parte del Consiglio Giudiziario presso la Corte d’Appello di Milano.