
Capo Peloro, rimossa dal fondale una rete da pesca lunga 200 metri
Si è conclusa con successo l’operazione di recupero avviata il primo ottobre dalla Capitaneria di Porto Guardia Costiera di Messina, finalizzata alla rimozione di una rete da pesca abbandonata di grandi dimensioni, posizionata sul fondale antistante l’area di Capo Peloro, a una profondità di circa 20 metri.
L’intervento è stato pianificato a seguito di una preliminare valutazione dell’impatto ambientale, fondamentale per garantire lo svolgimento delle operazioni senza arrecare danni all’ecosistema marino, alla flora e alla fauna locali. L’attività, condotta con l’impiego di tre unità navali (CP 278, CP 852 e GC A82) e con il supporto degli operatori subacquei del 3° Nucleo Sub della Guardia Costiera, ha consentito di riportare in superficie e smaltire in sicurezza oltre 400 kg di materiale, restituendo al mare un tratto di fondale di particolare pregio ambientale.
Un’operazione complessa
La rete, lunga circa 200 metri e larga 10, risultava incastrata tra rocce e radici di una prateria di posidonia oceanica, habitat marino protetto e fondamentale per la biodiversità. Le operazioni, sviluppatesi in più fasi si sono concluse oggi e hanno richiesto interventi subacquei particolarmente delicati: ogni fase è stata eseguita con attenzione e gradualità per garantire la rimozione del manufatto senza compromettere l’equilibrio dell’ecosistema e la sopravvivenza della flora e della fauna locali.
Il recupero è stato possibile grazie all’impiego di palloni di sollevamento che hanno consentito di riportare progressivamente in galleggiamento la rete, successivamente caricata a bordo della motovedetta CP 278 per il conferimento come rifiuto speciale.
“L’operazione – ha dichiarato il comandante della Capitaneria di porto di Messina, Capitano di Vascello Luciano Pischedda – ha richiesto un lavoro di grande precisione da parte dei nostri subacquei, chiamati a operare in condizioni complesse per liberare la rete senza arrecare danni alla posidonia e all’habitat marino circostante. È un’attività che conferma l’impegno costante della Guardia Costiera nella protezione della biodiversità e nella salvaguardia delle risorse naturali”.