22 Ottobre 2025 Politica e Sindacato

I dipendenti di Palazzo Zanca dichiarano lo stato d’agitazione

Proclamazione dello stato di agitazione e rottura delle relazioni sindacali. Sono le due decisioni chiave e più “rumorose” deliberate dall’assemblea dei dipendenti comunali, convocata dalle funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil, insieme a Csa e Silpol, che si è tenuta ieri mattina in un gremito e “caldo” salone delle bandiere di Palazzo Zanca, proprio mentre Cateno De Luca, qualche stanza più in là, lanciava la ricandidatura a sindaco di Federico Basile. L’atto d’accusa nei confronti dell’amministrazione comunale, e in particolare del direttore generale Salvo Puccio, è di aver «posto in essere un comportamento dilatorio» su diverse questioni aperte: «convocava, rinviava senza che si arrivasse ad alcuna conclusione, in spregio alle norme che regolano le relazioni sindacali».

Ma la classica “goccia” è la negoziazione sulla Peo 2023, la Progressione economica orizzontale in arretrato da oltre due anni, il cui iter si era inceppato a causa di un errore di calcolo (per il quale, accusano i sindacati, «il direttore generale mai ha riconosciuto le colpe dell’Amministrazione») che ha, di fatto, ridotto a 400 mila euro un budget che, per garantire il pagamento a tutti i beneficiari, sarebbe dovuto essere di 476 mila euro. Per superare l’impasse ecco la proposta finale dei sindacati, in sintesi estrema e semplificata: garantire comunque il pagamento a tutti, ma rinunciando ognuno ad una piccola quota, in modo da far bastare i 400 mila euro. L’Amministrazione, che inizialmente aveva fatto un’altra proposta (una graduatoria di merito), dà il suo ok, ma ad una condizione: che tutti i dipendenti firmino una sorta di rinuncia preventiva ad ogni azione legale contro il Comune. Una proposta, attaccano i sindacati, che «oltre a non essere prevista in nessun contratto nazionale, non è giuridicamente valida, in quanto tende a limitare e condizionare la possibilità di agire in giudizio», e per questo viene rigettata. Il tutto 24 ore prima dell’assemblea di ieri, che ha deliberato anche l’ok alla proposta dei sindacati.

Il direttore generale Salvo Puccio spiega così, a Gazzetta del Sud, il corto circuito che si è innescato: «Io sostengo semplicemente che la delega sindacale non corrisponda all'accettazione di una proposta di questo tipo, per la quale ci vuole una conciliazione. Siccome di mezzo c’è una piccola rinuncia economica, ci sarebbe il rischio di un ricorso, che finirebbe per bloccare tutta la procedura». La proposta iniziale dell'Amministrazione era «un bando con dei requisiti specifici e una graduatoria di merito», ma anche meno beneficiari. Su una cosa Puccio vuol fare chiarezza: «I soldi sono lì, i lavoratori verranno liquidati, aspettiamo solo che si concluda questa contrattazione e non vediamo l'ora di pagare». Ma le acque, dentro Palazzo Zanca, sono ormai agitate.