
FOTO – All’Ateneo di Messina la laurea a Sara Campanella, vittima di femminicidio lo scorso marzo. La mamma: “Oggi è un giorno speciale”
Un’aula gremita, un silenzio carico di emozione e una grande foto circondata da un cuore di rose rosa. Così l’Università di Messina ha voluto ricordare Sara Campanella, la studentessa di Misilmeri vittima di femminicidio lo scorso marzo, conferendole la laurea alla memoria in Tecniche di Laboratorio Biomedico, il corso che frequentava e che stava per completare. La cerimonia si è svolta nell’Aula Magna del Rettorato, alla presenza della rettrice Giovanna Spatari, dei familiari, dei colleghi di corso, dei docenti e di numerose autorità. Tutti uniti per rendere omaggio a una giovane donna che aveva dedicato impegno e passione ai suoi studi, e che sognava di indossare la corona d’alloro insieme ai suoi compagni. “Oggi è un giorno speciale, importante, un giorno che avevamo sognato di vivere insieme a Sara, sicuramente in modo diverso”, ha detto con commozione la madre della studentessa. “Sara ha fatto tanti sacrifici in questi anni per poter raggiungere questo obiettivo. Oggi siamo qui per renderle omaggio, memoria viva, perché Sara merita di prendere la laurea. Noi porteremo sempre la luce di Sara ovunque andremo”. Parole di profondo affetto e partecipazione anche dalla rettrice Spatari, che ha ricordato come “ogni atto di memoria sia anche un impegno collettivo contro la violenza di genere e per la tutela della dignità delle donne”. Nel corso della cerimonia, la professoressa Spatari ha anche annunciato che il cortile del Rettorato dell’Università di Messina, già intitolato a Lorena Quaranta, anch’essa vittima di femminicidio, porterà ora anche il nome di Sara Campanella, come simbolo di un’unione ideale tra due giovani donne accomunate da un destino spezzato e da una forte passione per la vita e per la scienza. La cerimonia si è conclusa con un momento di raccoglimento e di riflessione, dedicato al ricordo di Sara e di tutte le vittime di femminicidio. Un gesto simbolico ma denso di significato, per ribadire che il sogno di Sara, spezzato troppo presto, continuerà a vivere nella comunità accademica e nel cuore di chi l’ha conosciuta.