I DETTAGLI, LE FOTO – Sequestro da 1mln di euro ai fratelli Antonino e Salvatore Lipari, condannati per mafia. Sigilli al bar Romeo di viale Europa. Farvima e Sofad: noi parte lesa
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di Enrico Di Giacomo - La Direzione Investigativa Antimafia di Messina, coordinata dalla Procura, ha eseguito questa mattina i decreti di sequestro, emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale peloritano, composto dai giudici Marialuisa Gullino, Domenico Armaleo ed Emanuele Lo Presti (presidente), su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti dei fratelli Antonino e Salvatore Lipari (difesi dagli avvocati Tancredi Traclo' e Salvatore Silvestro), già condannati per associazione mafiosa (Salvatore Lipari sta scontando una condanna definitiva a 8 anni di reclusione), per aver partecipato al mantenimento in vita del sodalizio mafioso promosso ed organizzato rispettivamente da Francesco e Vincenzo Romeo, appartenente a Cosa Nostra e collegato al clan Santapaola-Ercolano, già sottoposti a sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel Comune di Messina per 4 anni.
Il provvedimento ablativo è scaturito da una proposta a firma congiunta del Direttore della DIA e del Procuratore Distrettuale di Messina, all'esito di complesse indagini economico finanziarie, da cui è emerso come i destinatari della misura, durante il periodo di tempo in cui si erano resi responsabili di gravi delitti, avevano accumulato un patrimonio sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, frutto evidente altresì delle remunerative attività illecite svolte.
In particolare, è stato giudizialmente acclarato che i fratelli Lipari hanno operato in stretta sinergia con un esponente di vertice del sodalizio mafioso, il quale li ha ampiamente favoriti, anche sfruttando il proprio carisma criminale, nella loro attività professionale nel campo della distribuzione dei farmaci, tenendo i contatti con la Farvima Spa e le farmacie sul territorio.
Il sequestro, finalizzato alla confisca, ha riguardato 3 appartamenti (uno a Venetico, di Salvatore Lipari) e un box ubicati a Messina e provincia, nonché un esercizio commerciale, l'"Hospital Bar di Romeo Carmela" sul Viale Europa, accanto l'ospedale Piemonte, in pieno centro cittadino, ricondotto a Salvatore Lipari, ancorché formalmente intestato alla madre, la 77enne Carmela (Melina) Romeo. La donna è sorella di Francesco Romeo, padre di Vincenzo Romeo, quest'ultimo ritenuto soggetto di vertice dell'associazione mafiosa in questione e condannato in via definitiva nel processo Beta 1.
Il bar, secondo la ricostruzione degli inquirenti, "è stata sede esclusiva per incontri tra sodali e luogo di custodia delle armi ("una 7,65") nella disponibilità della congrega mafiosa".
Proprio in relazione al bar del viale Europa, scrivono i giudici delle Misure di prevenzione che «... gli accertamenti bancari espletati hanno confermato la riconducibilità ai fratelli Lipari e, in particolare a Lipari Salvatore, dell’impresa individuale Hospital Bar & Romeo Carmela. Ed invero, essi hanno, innanzitutto, consentito di appurare che la ditta individuale Hospital Bar di Romeo Carmela aveva acceso il conto corrente dedicato presso Unicredit Banca. Il conto assume rilievo, in quanto risultava delegato ad operare il figlio Lipari Salvatore. Il rapporto veniva estinto il 27 dicembre 2013, tanto che in quella data risulta una “estinzione conto” con accredito di euro 6,42 sul “rapporto... intestato a Lipari Salvatore/Romeo Carmela”. Una volta estinto il citato conto corrente, le esigenze gestionali bancarie della ditta individuale venivano soddisfatte tramite il c/c intestato a Lipari Salvatore/Romeo Carmela, acceso presso Unicredit Banca” (estinto il 7.2.2020). Tale rapporto bancario, cointestato a Lipari Salvatore, risulta essere stato impiegato per esigenze gestionali riguardanti, ad esempio, gli addebiti per forniture di energia elettrica erogata all'esercizio commerciale sito in viale Europa nonché utilizzato anche per il pagamento di deleghe virtuali». «In conclusione - scrivono poi i giudici -, gli elementi portati all’attenzione di codesto Tribunale evidenziano in modo chiaro l’organico inserimento di Lipari Salvatore nel sodalizio mafioso c.d. “clan Romeo-Santapaola”. Da tale appartenenza, il proposto ha tratto profitti economici, reinvestiti, da un lato, nell’acquisto dell’immobile sotto descritto, e dall’altro, nella gestione dell’impresa formalmente intestata alla madre Romeo Carmela e di quella formalmente riferibile allo stesso proposto».
Nell'operazione sono stati inoltre sequestrati molteplici rapporti finanziari, prevalentemente costituiti da buoni fruttiferi postali. Complessivamente sono state assicurate all'Erario, tra beni immobili, aziende commerciali e rapporti finanziari, per valori per un importo pari ad € 1.000.000,00.
Ad amministrare i beni è stato nominato commercialista Saverio Fiarè. La trattazione del procedimento nei confronti di Salvatore Lipari e dei terzi interessati, la moglie Giuseppina Venuti e la madre Carmela Romeo, avverrà nell'udienza del 13 gennaio 2026 al Tribunale di Messina.
CHI E' SALVATORE LIPARI.
Salvatore Lipari, 51 anni, è considerato soggetto "la cui pericolosità sociale si è manifestata in modo strutturato e continuativo", almeno dal 2010 fino al settembre 2015. La sua famiglia, secondo i giudici, ha effettuato nel medesimo arco temporale, operazioni immobiliari rilevanti "in costanza di una sperequazione patrimoniale persistente".
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UNA NOTA A FIRMA MIRKO DE FALCO E GAETANO CARDIEL, RISPETTIVAMENTE AMMINISTRATORE DELEGATO DI FARVIMA SPA E PRESIDENTE CDA DI SOFAD, CHE PRECISANO QUANTO SEGUE:
Operazione Beta2. Farvima e Sofad: noi parte lesa.
"Rileviamo in data odierna come il vostro pregevole quotidiano online, nel riferire in cronaca giudiziaria di provvedimenti recentemente emessi dal Tribunale di Messina in ordine a fatti delittuosi di estrema gravità li accosti, sulla scorta di materiali d’archivio, all’AD Mirko De Falco e alle società di distribuzione farmaceutica Farvima e Sofad, aziende di cui ci onoriamo di essere legali rappresentanti.
Nel rinnovare il nostro apprezzamento per l’azione condotta da forze dell’ordine e magistratura e per il prezioso compito assolto da organi di informazione come il vostro, riteniamo non possa sfuggire e vada debitamente evidenziato il fatto, riportato en passant dalla vostra stessa menzionata cronaca, che per tali fatti si è svolto un processo penale, conclusosi con pesanti statuizioni di condanna nei confronti degli imputati e che tale processo non ha mai, in alcuna forma, coinvolto né Farvima né Sofad.
In considerazione del fatto che Farvima, Sofad e l’AD Mirko De Falco sono totalmente estranei ai fatti accaduti, che ne sono stati gravemente colpiti e rischiano adesso di essere ulteriormente danneggiati da accostamenti lesivi della propria reputazione, confidiamo possiate dare atto con adeguato rilievo della condizione di assoluta estraneità e di parte lesa, rispetto ai fatti delittuosi oggetto della vostra cronaca".
DALL'ARCHIVIO - OPERAZIONE 'BETA 2': IL BUSINESS DEI FRATELLI LIPARI NELLA DISTRIBUZIONE DEI FARMACI.
di EDG - Vincenzo Romeo, il nipote prediletto del capomafia catanese Nitto Santapaola, aveva escogitato un sistema quasi perfetto per riciclare i milioni di euro guadagnati con il business delle scommesse on line: le forniture alle farmacie. “Non si tratta di fare estorsioni – ha spiegato il pentito Biagio Grasso – ma di infiltrarsi in varie attività economiche, attraverso una partecipazione societaria occulta, utilizzando queste attività per ripulire il denaro proveniente dal settore dei giochi illegali o da altre attività illecite, oppure imponendo forniture (come nel caso delle forniture farmaceutiche), senza esercitare in modo esplicito la violenza, se non quando necessario...”.
Gli investigatori della sezione Anticrimine di Messina hanno scoperto un altro segmento importante dell’impero criminale del giovane Romeo, che ormai da anni si è trasferito nella città dello Stretto dove si è laureato e ha messo su famiglia, ufficialmente per allontanarsi dai parenti catanesi, ma era solo una grande messinscena. Le indagini coordinate dal procuratore di Messina Maurizio de Lucia hanno fatto scattare un blitz, che ha portato in carcere otto persone, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, traffico di influenze illecite, estorsione e turbata libertà degli incanti, aggravati dall'avere agevolato il gruppo Romeo-Santapaola. Il rampollo di Cosa nostra era già in carcere da un anno, adesso vengono bloccati i suoi attivissimi manager.
"Come emerge dalla misura nel procedimento originario - scrive il gip Mastroeni nelle 272 pagine dell'ordinanza - , ai fratelli Lipari, figli di Carmela Romeo - nipote di Francesco Romeo - erano stati contestati reati in materia di armi e di organizzazione di corse clandestine di cavalli. Con le dichiarazioni di Grasso, il ruolo dei fratelli Lipari, nel contesto associativo in questione, si è chiarito e rafforzato, essendo emerso da un lato il ruolo in capo a costoro di soggetti che per conto del gruppo gestiscono il settore della distribuzione dei farmaci e dall'altro quello di sodali a completa disposizione di Vincenzo Romeo e dei fratelli...". "Come è evidente, la pluralità delle 'occupazioni' per conto della associazione, insieme ai rapporti continui e ristretti con il capo di essa, portano ad escludere che i due fratelli si muovessero all'esterno dell'associazione...apparendo organici alla stessa".
"Sul campo della distribuzione dei farmaci - scrive sempre il gip - Grasso fornisce elementi netti ed inequivoci". Poi il gip Mastroeni spiega come "solo un mafioso ed una associazione mafiosa hanno capacità di sottrarre allo Stato strisce di territorio e in quest'ambito i Lipari vengono indicati come braccio dei Romeo e dell'associazione e in tale veste aventi titolo e privilegi ad operare nel settore dei farmaci. Trattasi di una investitura, con la imposizione tipicamente mafiosa, che conferma come il settore farmaceutico sia campo di lavoro dei tre soggetti indicati non come onesti imprenditori ma in quanto 'mafia'. Del resto in più parti nelle intercettazioni emergerà la centralità del Romeo e ovviamente per il suo potere e mezzi mafiosi".
"ATTIVITA' "PARA-GENTILE"...'
"Resta non significativo pensare che trattasi di attività che si può condurre lecitamente, nella specie titolo e forza per occuparsene sono mafiose e anche tale attività è ramo di estrinsecazione della nuova mafia "para-gentile" (che talvolta con metodi non sempre violenti, non essendo più neanche necessario e certamente e pericolosamente come ambiti, disdegnando estorsioni "pure" e droga e mirando ad inserire e occultarsi nelle attività in sé lecite) del Romeo. Con lui e per lui lavorano organicamente e consapevolmente i Lipari e il La Spada.
I VERBALI DI GRASSO.
In un verbale del dicembre del 2017 Grasso parla per la prima volta di "una società gestita dai Lipari che si occupa di distribuzione di farmaci a Messina e Catania, nella quale ci sono interessi dei Romeo, Romeo Vincenzo ha fatto diversi incontri con Roberto Vacante per tale concessione relativa alle forniture delle farmacie...". 15 giorni dopo, in un altro verbale Grasso approfondisce l'argomento. Grasso precisa che Romeo, gestisce "l'attività della distribuzione con i cugini Antonio Lipari e Salvatore Lipari, unitamente a tale Giuseppe, detto Lola...".
"Salvatore Lipari - racconta Grasso - fa parte del gruppo e si occupa col fratello della distribuzione dei farmaci. Hanno una società che distribuisce farmaci per conto di una ditta di Napoli. Per un certo periodo anche mio fratello lavorò nella consegna dei farmaci".
L'INTIMIDAZIONE AL FARMACISTA...
"Per quanto attiene l'imposizione della fornitura dei farmaci ricordo che il Vincenzo Romeo, in mia presenza ebbe una discussione accesa con il proprietario di una farmacia, sita nei pressi del complesso Messina 2. Ricordo inoltre che il farmacista secondo quanto riferitomi da Vincenzo Romeo, aveva problemi di tossicodipendenza. Ritornando all'episodio all'imposizione a fronte della resistenza del farmacista che rappresentava di essere legato ad altro fornitore, Vincenzo Romeo gli impose espressamente che avrebbe dovuto fornirsi dai Lipari perché quello era il loro territorio".
IL CENTRO UNICO DI DISTRIBUZIONE.
Nel verbale del 4 gennaio Biagio Grasso precisa ulteriormente come e con chi avviene il sistema della distribuzione dei farmaci da parte dei fratelli Lipari.
"La società che aveva dato incarico ai predetti per la distribuzione di farmaci si chiama FARVIMA, con sede a Napoli e ha come direttore commerciale tale Giuseppe La Scala, che abita nel complesso IL MITO a Messina. La Scala ebbe un ruolo nel procurare a Lipari e a Romeo la concessione per la distribuzione dei farmaci in favore dell'impresa di costoro. Preciso che il figlio del titolare della FARVIMA, Mirko De Falco, si è recato presso i miei uffici accompagnato da Giuseppe La Scala, il quale mi presento' come persona di riferimento per la creazione di un centro distribuzione dei farmaci forniti dalla FARVIMA unico per la Sicilia e parte della Calabria, provincia di Reggio Calabria. Avevo proposto a Mirko De Falco di realizzare questo centro di distribuzione nell'area industriale di Milazzo, comprensorio di Monforte Marina, dove ero proprietario di alcuni terreni attraverso la mia società B&P PARTECIPAZIONI Srl. I terreni poi andarono all'asta per problemi bancari".
LA CENA.
"L'incontro con De Falco avvenne nel 2014, cui fece seguito una cena nella trattoria Etnea nei pressi del Tribunale, alla quale parteciparono oltre al De Falco e al La Scala, io, Vincenzo Romeo, Maurizio Romeo, Benedetto Romeo, Antonio Lipari e Salvatore Lipari. Romeo fu presentato a De Falco da La Scala come socio di riferimento del Lipari, con collegamenti importati su tutta la Sicilia, poco prima che ebbe inizio la cena, nella fase delle presentazioni La Scala disse a De Falco introducendo Romeo, che costui era un imprenditore in vari settori e parente diretto di Nitto Santapaola, con interessi economici a Messina, Catania e in buona parte della Sicilia Orientale. La Scala in questo contesto presento' il Romeo evidentemente volendo rappresentare che Romeo era un punto di riferimento per l'espansione della rete di distribuzione dei farmaci. Questi fatti avvennero nel 2014, forse fine 2013, inizio 2014.
IL SISTEMA DI DISTRIBUZIONE.
Ecco come spiega Grasso il funzionamento del sistema di distribuzione.
"Per quanto di mia conoscenza La Scala contattava le farmacie essendo il direttore commerciale della FARVIMA, la sua attività consisteva anche nell'aumentare il giro d'affari dei Lipari correlato non al numero di consegne presso le farmacie ma al volume complessivo del rapporto commerciale tra le singole farmacie e la FARVIMA. Sempre in quel periodo, forse nel 2013, il LA SCALA, condusse presso il mio ufficio tale NINO, titolare di una farmacia presso il bar Progresso a Messina, il quale aveva pure un incarico presso un organo di rappresentanza dei farmacisti ed in quella sede sia io che il La Scala esponemmo questo progetto della creazione di un centro di distribuzione farmaci. In questo incontro non si fece riferimento espresso al coinvolgimento di Vincenzo Romeo in questo affare, ma questo dott. Nino sapeva che dietro i Lipari vi era Romeo. Il La Scala stesso mi confidò che i farmacisti che avevano rapporti d'affari con i Lipari erano a conoscenza che dietro costoro vi fossero i ROMEO e quindi La Scala ove era necessario riusciva ad avere affidate queste forniture, spendendo il nome di Romeo. Ho già fatto riferimento ad un episodio di intimidazione da parte di Vincenzo Romeo nei confronti di un farmacista di Messina. Esponemmo il progetto verbalmente. Questo progetto venne esposto al dottore Nino per avere una influenza da parte di costui nei riguardi delle farmacie di Messina e non".
"Dopo l'incontro la distribuzione dei farmaci su Messina aumentò di molto. Infatti mio fratello collaborò nella distribuzione dei farmaci, perché c'era stato un aumento della richiesta dei farmaci".
"Emerge con evidenza il protagonismo assoluto di Vincenzo Romeo in questo settore... ed emerge il peso che va proiettato anche nelle risultanze successive determinanti per i coimputati dello stesso e della forza criminale dell'associazione che è base, titolo e ragione dell'inserimento e dell'accettazione dei terzi del suddetto ruolo". L'attività di intercettazione a carico dei Lipari, "ha riscontrato pienamente il Grasso, cioè che Antonio Lipari svolge mediante l'omonima ditta individuale, attività di distribuzione di farmaci in Calabria per conto della FARVIMA MEDICINALI Spa e della sua controllata SOFAD S.r.l. di Misterbianco, mentre Lipari Salvatore contribuisce alla consegna dei farmaci, in quanto questo risulterebbe impiegato all'Asp di Messina, ufficio contabilità, con un contratto a tempo determinato".