di EDG - Le accuse sono pesanti: concussione, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità e anche truffa ai danni dello Stato. La procura di Messina diretta da Antonio D’Amato ha chiesto e ottenuto una misura cautelare per Francesco Stagno d’Alcontres, ex primario di Chirurgia plastica del Policlinico.
Le indagini condotte dalla sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri in servizio all’interno della procura e dai militari del nucleo di polizia economico finanziaria (stampalibera fu la prima testata a rivelare dell'indagine) hanno portato anche a due misure interdittive, nei confronti di collaboratrici dell’ex primario. Si tratta di Antonina Fazio e di Cristina Alì: non potranno esercitare la professione per un anno.
Per Fazio e Stagno d'Alcontres la Procura ipotizza la truffa ai danni dell'Azienda sanitaria Policlinico perché pur agendo in regime di esclusività professionale hanno effettuato interventi in alcune strutture private anche in provincia, per esempio a Barcellona Pozzo di Gotto.
Per Alì, in concorso con Stagno d'Alcontres, si ipotizza invece l'esercizio abusivo della professione, in quanto essendo ostetrica è stata impiegata come infermiera di sala operatoria durante una lunga serie di interventi eseguiti dal chirurgo plastico in strutture mediche private.
Le intercettazioni hanno svelato “numerose condotte corruttive e di truffa aggravata ai danni dello Stato, accertate fra il maggio 2024 ed il gennaio 2025”, si legge in un comunicato della procura. “I numerosi reati contestati vedono come indagati anche i rappresentanti di svariate aziende farmaceutiche, gravitanti nel mondo della Chirurgia plastica, aventi, a loro volta, rapporti di appalto per la fornitura di prodotti medicali con il Policlinico Universitario di Messina”. Complessivamente, sono 31 gli indagati.
Secondo la ricostruzione della procura, “il primario abusando del ruolo di pubblico ufficiale, in grado di incidere sul rinnovo degli appalti per la fornitura di prodotti medicali e sullo stanziamento delle relative somme di denaro da parte dell’Azienda ospedaliera universitaria, avrebbe fatto in modo di ottenere significativi contributi economici dalle stesse aziende farmaceutiche in rapporto di appalto con il Policlinico, sotto forma di sponsorizzazioni, iscrizioni e cene sociali, in occasione dell’organizzazione del congresso promosso dall’associazione del quale era il responsabile scientifico”. D’Alcontres avrebbe ottenuto 700 mila euro di sponsorizzazioni. Per lui è scattata anche l’accusa di truffa perché “avrebbe attestato la sua presenza in servizio mediante l’alterazione di sistemi di rilevamento della presenza all’interno del reparto, allo scopo di recarsi fuori dal nosocomio per svolgere anche attività professionale privata”. Questa la contestazione. Per truffa è stata denunciata anche una dirigente medico dell’azienda Ospedaliera, stretta collaboratrice del primario: “In violazione dell’obbligo di esclusività assunto con il Policlinico – accusano i magistrati – avrebbe svolto reiteratamente attività sanitaria in ambienti esterni, talvolta anche in collaborazione con lo stesso primario, conseguendo indebiti compensi altrimenti preclusi”.
In diverse circostanze, inoltre, il primario avrebbe permesso ad un’ostetrica di esercitare abusivamente la professione di infermiera di sala operatoria in una clinica privata, per la quale è richiesta specifica abilitazione.
Contestualmente alle misure cautelari sono stati eseguiti due sequestri preventivi: l’uno, per oltre 48mila euro, nei confronti del primario, “quale profitto dei reati di corruttela e truffa aggravata ai danni della pubblica amministrazione, per essersi assentato dal lavoro”; l’altro, nei confronti della dirigente medico, per la somma di 9.700 euro, anche questo “quale provento del reato di truffa aggravata ai danni del Policlinico”, per aver percepito un’indennità di disoccupazione.
CHI E’
Quattro volte deputato in Forza Italia, dal 1996 al 2012, e direttore dell'Unità operativa complessa di Chirurgia plastica del Policlinico “G. Martino” di Messina. Francesco Stagno d'Alcontres è figlio di Ferdinando Stagno d'Alcontres Calapaj e di Giovanna Miceli, appartiene alla famiglia dei principi d'Alcontres e Montesalso. E' stato eletto alla Camera dei deputati nel 1996 per la prima volta nella XIII legislatura, quando è stato candidato nel collegio maggioritario di Taormina. Riconfermato alla Camera nella legislatura successiva, nello stesso collegio, è stato componente della Commissione Affari sociali e del Comitato per la valutazione delle scelte scientifiche e tecnologiche. Eletto nel 2006 per un terzo mandato nella XV Legislatura, è stato vicepresidente della Commissione Politiche dell'Unione europea. Nel 2008 rieletto nella XVI Legislatura nelle liste del Popolo della Libertà nel collegio Sicilia 2. Nell'agosto 2011 va al Gruppo misto, aderendo a Forza del Sud e abbandonando il PdL. Chiude sbattendo la porta in faccia a Forza Italia per divergenze con Berlusconi.
LA NOSTRA INCHIESTA DEL FEBBRAIO SCORSO
Il comunicato della Guardia di Finanza, su delega della Procura della Repubblica di Messina, i militari dell’Arma dei Carabinieri e i Finanzieri dei rispettivi Comandi Provinciali di Messina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal GIP del Tribunale di Messina, nei confronti di un ex Primario del Policlinico Universitario di Messina, nonché di misure interdittive, dall’esercizio della professione sanitaria, nei confronti di due sue collaboratrici.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Messina -Dipartimento specializzato nelle attività investigative in materia di reati contro la Pubblica amministrazione- e delegata ai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Messina e ai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della medesima Procura peloritana, si sono articolate in una serie complessa di attività di intercettazioni, telefoniche, ambientali e telematiche, nonché nell’acquisizione di copiosa documentazione, disvelando numerose condotte corruttive e di truffa aggravata ai danni dello Stato, accertate fra il maggio 2024 ed il gennaio 2025 - allo stato - ritenute ascrivibili all’allora dirigente dell’Unità UOC di chirurgia plastica presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico G. MARTINO di Messina.
I numerosi reati contestati, concussione (art. 317 c.p.), corruzione (art. 318 c.p.), induzione indebita a dare o promettere utilità (art. 319-quater c.p.), truffa aggravata ai danni dello Stato (art. 640, comma 2, c.p.) vedono come indagati, in concorso tra di loro, i soggetti di cui sopra unitamente con i rappresentanti di svariate aziende farmaceutiche, gravitanti nel mondo della “Chirurgia Plastica”, aventi, a loro volta, rapporti di appalto per la fornitura di prodotti medicali con il Policlinico Universitario di Messina.
Il primario, in particolare, abusando del ruolo di pubblico ufficiale ricoperto, in grado di incidere sul rinnovo degli appalti per la fornitura di prodotti medicali e sullo stanziamento delle relative somme di denaro, da parte dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, avrebbe fatto in modo di ottenere significativi contributi economici dalle stesse aziende farmaceutiche in rapporto di appalto con il Policlinico Universitario di Messina, sotto forma di sponsorizzazioni, iscrizioni e cene sociali, in occasione della organizzazione del congresso promosso dalla associazione, del quale era il responsabile scientifico. L’evento, svoltosi lo scorso anno, in una nota località turistica peloritana, rientrava tra le iniziative volte alla divulgazione scientifica, aggiornamento per i soci e programmi annuali di attività formativa ECM.
Tali contributi economici venivano ottenuti, nella maggior parte dei casi, mediante semplici richieste o, sporadicamente, mediante minacce esplicite, ai fornitori dell’Azienda Pubblica, prospettando, come corrispettivo, facilitazioni nel rinnovo dell’appalto per la fornitura dei prodotti medicali, da parte del Policlinico Universitario, ovvero la cessazione del rapporto di appalto stesso.
Dall’esame analitico della documentazione contabile della società incaricata di organizzare il congresso di chirurgia plastica, allo stato si è potuto stimare in oltre 700.000,00 euro, l’ammontare complessivo delle somme di denaro incassate a titolo di sponsorizzazioni, iscrizioni, pernotti e cene sociali dei medici partecipanti all’evento.
Nei confronti dell’allora primario è stato altresì ipotizzato il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, in quanto con artifizi e raggiri, avrebbe attestato la sua presenza in servizio mediante l’alterazione di sistemi di rilevamento della presenza all’interno del Reparto, allo scopo di recarsi fuori dal nosocomio per svolgere anche attività professionale privata.
Per la medesima ipotesi delittuosa, è stata denunciata anche una dirigente medico dell’Azienda Ospedaliera e stretta collaboratrice del primario, in violazione dell’obbligo di esclusività assunto con l’Azienda Sanitaria, per aver svolto reiteratamente attività sanitaria in ambienti esterni, talvolta anche in collaborazione con lo stesso primario, conseguendo indebiti compensi altrimenti preclusi.
In diverse circostanze, inoltre, il primario avrebbe permesso, ad una ostetrica, di esercitare abusivamente la professione di infermiera di sala operatoria in una clinica privata, per la quale è richiesta specifica abilitazione.
In considerazione della serialità, della determinazione e dell’efficacia dei tentativi di inquinamento probatorio posti in essere dal primario e riscontrati dall’attività investigativa, il G.I.P. ha ritenuto di applicare nei suoi confronti la misura cautelare restrittiva degli arresti domiciliari, allo scopo di interrompere il suo legame con la rete relazionale creata da questi, impedendo ogni ulteriore compromissione delle prove.
Parimenti, sia la dirigente medica che l’ostetrica sono state destinatarie della misura interdittiva del divieto di esercitare la professione sanitaria per 12 mesi.
Contestualmente alla misura cautelare personale e alle due interdittive, sono stati eseguiti due sequestri preventivi, l’uno, per oltre 48mila euro, nei confronti del primario, quale profitto dei reati di corruttela e truffa aggravata ai danni della P.A., per essersi assentato dal lavoro, alterando i sistemi di rilevamento delle presenze e del sequestro preventivo; l’altro, nei confronti della dirigente medico, per la somma di 9.700 euro, quale provento del reato di truffa aggravata ai danni della P.A., pari alle somme dalla stessa percepite come indennità di esclusività, non ottemperata, con l’Azienda Universitaria Ospedaliera.
Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti degli indagati che, in considerazione dell’attuale fase delle indagini preliminari, sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti le responsabilità e con la precisazione che il giudizio, che si svolgerà in contraddittorio con le parti e le difese davanti al giudice terzo e imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli indagati medesimi e la eventuale restituzione dei beni sequestrati.