FIAB Messina Ciclabile risponde alle dichiarazioni del sindaco Federico Basile sulla nuova pista ciclabile di via Enzo Geraci, difesa come intervento ispirato ai modelli di Milano e Bologna. Per l’associazione, però, il paragone non regge se resta limitato a un singolo tratto e non inserito in una strategia organica di mobilità sostenibile.
FIAB riconosce che la pista di via Geraci è stata realizzata correttamente e può risultare utile, ma sottolinea come si tratti di un intervento isolato, non accompagnato da un piano coerente. L’associazione ricorda che negli ultimi mesi il Comune ha rallentato o abbandonato progetti già previsti dal PUMS, come la ciclabile di via Garibaldi, e rischia di perdere finanziamenti statali per collegamenti strategici, tra cui quello tra Mili e il centro città.
Particolare preoccupazione viene espressa per la sicurezza: proprio lungo quel segmento viario, lo scorso ottobre, un ciclista ha perso la vita in un incidente con un mezzo pesante. Secondo FIAB, la frammentazione delle infrastrutture ciclabili rende ancora oggi pericoloso spostarsi in bici in una città segnata da traffico intenso e indisciplinato.
Il presidente Fabrizio Murè chiarisce che il problema non è la singola opera, ma l’idea che Messina abbia già scelto una “mobilità moderna”. A differenza di città come Bologna o Milano, dove la ciclabilità è inserita da anni in politiche strutturate – come il limite generalizzato dei 30 km/h e la moderazione del traffico – a Messina mancano studi, campagne informative e un reale coinvolgimento di cittadini e associazioni.
FIAB chiede quindi cambiamenti sistemici: più sicurezza per pedoni e ciclisti, limiti di velocità, educazione stradale e infrastrutture nei punti critici della città. Il confronto, conclude l’associazione, deve avvenire in sedi adeguate e non ridursi a slogan o post sui social. Solo così Messina potrà davvero avvicinarsi ai modelli di mobilità delle città citate dal sindaco.