16 Dicembre 2025 Giudiziaria

L’INTERCETTAZIONE: Amata nel salotto di Cuffaro per le nomine

foto di EDG - 

Anche l’assessora Elvira Amata andava a casa di Salvatore Cuffaro, per discutere di nomine nella sanità. L’8 gennaio dell’anno scorso, le microspie del Ros sorpresero pure Alessandro Caltagirone all’incontro. E proprio di lui discutevano i due esponenti politici, perché arrivasse senza problemi alla poltrona di direttore generale dell’Asp di Siracusa. Scrive la procura nell’appello contro Cuffaro, insistendo nelle accuse: «Tale era l’interesse di Cuffaro a collocare Caltagirone in una terna di nomi papabili (in cui gli altri due nominativi fossero abbastanza deboli da non generare una reale competizione) che addirittura, suggerì alla Amata di interessare sul punto anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci». L’assessora meditava anche di parlare con il presidente della Regione: «Ora Schifani con cui parlerò...». Cuffaro era d’accordo: «La pilotiamo con Schifani la sua nomina...». Poi, però, l’ex governatore suggerì di rivolgersi più in alto: «Secondo me non la devi affidare a Schifani sta cosa, giocatela tu con Schifani».

Cuffaro avrebbe fatto anche altro per Caltagirone: si sarebbe speso per far trasferire sua moglie, dall’Ast alla Sas, partecipata regionale guidata da un fedelissimo dell’ex presidente. «Ti volevo ricordare la moglie di Caltagirone che si chiama Canzoneri», diceva Cuffaro all’ex direttore generale dell’Ast Mario Parlavecchio, non sapendo di essere intercettato.

«Che ti sarà arrivata già la domanda no? Vuole andare alla Sas», spiegava. Tra la funzionaria e il direttore generale c’era una accesa conflittualità arrivata nelle aule del tribunale. Dopo qualche giorno Cuffaro telefonò al manager dell’Asp di Siracusa e gli disse, alludendo al trasferimento della moglie : «Ieri ho parlato con Parlavecchio e te lo stanno facendo». Secondo la procura, questo ulteriore favore a Caltagirone sarebbe stato fatto per «potersi poi garantire di sfruttare  a proprio vantaggio i poteri connessi alla funzione ricoperta».

Si legge ancora nell’appello della procura: “Tra le utilità ricevute da Caltagirone da inserire nella cornice di tali cointeressenze, così ricostruite, figura ora non solo la propria sponsorizzazione politica, ma anche l’aver Cuffaro mediato per risolvere il problema della collocazione lavorativa della Canzoneri, particolarmente afflitta dalla propria condizione”.