
L’inchiesta sulla De Capitani: Il bando per Vogue, l’affare del call center e la ragazzina da raccomandare ad ‘Amici’
Che sia un bando «scritto su misura» o un appalto per affari in un’altra Regione non aveva alcuna importanza. La rete messa in piedi - secondo l’accusa - da Sabrina De Capitani non conosceva ostacoli, forte dell’influenza che lei esercitava sull’assessore Elvira Amata e sul presidente dell’Ars Gaetano Galvagno.
È così che nell’aprile del 2023 la De Capitani fa in modo che l’assessorato al Turismo confezioni un bando «su misura» per la rivista Vogue. Il mensile stava preparando un servizio sulla Sicilia e la De Capitani cerca di trovare spazio per la Amata. La informa che «indipendentemente che l’assessorato possa dare un contributo, Vogue il servizio lo fa. Ma se un contributo c’è possiamo entrare nei contenuti». Poi la De Capitani parla con una donna che lavora a Vogue: «L’assessore mi ha detto che noi facciamo un bando apposta per questa cosa». A cosa serve il bando? «Dobbiamo dare un cappello a questa cosa perché dopo le ultime situazioni di Cannes nessuno si prende più la responsabilità di dare direttamente».
Non c’è settore in cui la De Capitani non intervenga: «Mi è capitata una botta di culo, tramite Gaetano ho conosciuto il tipo che gestisce il call center di Paternò (città natale di Galvagno, ndr), 1.200 dipendenti». Questa struttura ha un appalto in scadenza e la De Capitani propone che subentri nella gestione un amico di Milano che si muove nello stesso settore: «Gaetano gli ha parlato e forse riusciamo a dargli la commessa della Regione Lombardia». In cambio di assunzioni. Una sola volta la De Capitani si arrende: parlando con Giuseppe Martino dice che «non si può fare nulla per quella ragazza» che la Amata voleva far entrare in una trasmissione di Maria De Filippi. Ha 13 anni, ne servono almeno 16.