23 Luglio 2025 Giudiziaria

CONCORSO ESTERNO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA. LA POLIZIA SEQUESTRA BENI PER CIRCA 250.000 EURO AL COMMERCIALISTA VIRGILLITO

Ancora un sequestro di beni, scaturito dall’indagine che ha generato l’operazione antimafia che il 14 gennaio ha coinvolto 15 persone per l’anomala gestione dell’azienda individuale, intestata fin dalla sua nascita, nel 1980, a “Bellinvia Carmela”, madre dei fratelli Ofria, Salvatore e Domenico. In questo caso, il sequestro preventivo eseguito dalla Polizia di Stato, che ha dato esecuzione a un decreto riguardante beni per un valore di circa 250.000 euro, emesso dal gip del Tribunale di Messina, su richiesta della Dda è a carico dell’amministratore giudiziario dell’azienda di smaltimento rifiuti e di rottamazione di auto, confiscata nel 2013, ma che sarebbe stata ancora gestita dal clan mafioso di Barcellona. Si tratta dell’ex presidente dell’Ordine dei commercialisti di Catania Salvatore Virgillito, 60 anni, una delle 15 persone destinatarie di misure cautelari.

Il provvedimento, eseguito a distanza di pochi giorni da quello a carico delle famiglie dei fratelli Ofria, Salvatore e Domenico e di un loro collaboratore fidato, Salvatore Munafò, scaturisce dagli accertamenti patrimoniali svolti dagli agenti della Squadra Mobile di Messina e del Commissariato di Barcellona, coordinati dalla Dda nei confronti dell’ex amministratore giudiziario, Salvatore Virgillito. A lui la Procura antimafia contesta i reati di “concorso esterno in associazione mafiosa e peculato aggravato dalle finalità mafiose”. Le indagini avrebbero accertato la riconducibilità dell’impresa degli Ofria, operante nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, di rifiuti speciali e nella demolizione dei veicoli con sede a Barcellona, ad un esponente della famiglia mafiosa, in questo caso Salvatore Ofria detenuto in regime carcerario, che ha fatto parte del clan dei barcellonesi, e ai suoi familiari, nonostante l’impresa fosse confiscata e affidata ad un amministratore giudiziario fin dal 2011. Secondo quanto riporta il comunicato della Dda, «gli elementi di prova raccolti hanno disvelato come l’impresa sarebbe stata utilizzata, anzitutto, quale strumento di illecito arricchimento, attraverso la quotidiana appropriazione del denaro, non contabilizzato, dalle casse; tutto ciò grazie alla ritenuta complicità dell’amministratore giudiziario Virgillito, il quale, dal canto suo, è parso asservito al potere mafioso del clan barcellonese, nei cui confronti – sostiene la Dia – ha manifestato riverenza e compiacenza, rinunciando totalmente all’esercizio delle sue funzioni nell’amministrazione della ditta; in tal modo avrebbe violato i doveri cui invece era tenuto per legge». Le indagini patrimoniali hanno permesso di appurare che l’importo sequestrato costituirebbe provento di attività illecite, relative al profitto del reato di concorso esterno in associazione mafiosa, posto in essere dall’indagato, per un totale di circa 250.000 euro». Il boss Salvatore Ofria, cui nelle scorse settimane era stato operato analogo sequestro per titoli di fondi di investimento e due conti correnti, intestati ai familiari dei fratelli Ofria che avrebbero fatto da prestanome. Ofria è difeso dall’avvocato Giuseppe Lo Presti; l’ex amministratore giudiziario, Salvatore Virgillito, dall’avvocato Alberto Gullino.