11 Agosto 2025 Politica e Sindacato

Un ponte di feluche per dire no al ponte

Dopo la manifestazione contro il ponte di sabato, con le parole trionfanti degli organizzatori, e lo “sgarro” della bandiera leghista issata su una delle feluche in occasione della visita in città del ministro dei Trasporti Matteo Salvini dopo l’approvazione da parte del Cipess del progetto definitivo del ponte sullo Ttretto, oggi i comitati e le associazioni che si battono contro la realizzazione della grande opera, continuano nella loro protesta. Con un… ponte. Di feluche.

“I proprietari di feluche di entrambe le sponde dello Stretto alzano la voce contro la devastazione di Messina e Calabria – spiegano gli organizzatori – L’appuntamento, sostenuto dal Coordinamento No Ponte e da tante associazioni, è domani alle ore 17 a Torre Faro in Via Glauco, davanti al bar “Atmosfere” (ex “Cioscu da Calia”)”.
A stretto giro di posta è arrivata la risposta della Lega, che averva issato il vessillo di Alberto da Giussano su un’imbarcazione durante la visita di Salvini. “Negli ultimi giorni, alcune voci – e qualche tastiera particolarmente ispirata – si sono indignate per la presenza di bandiere della Lega issate su una feluca nello Stretto di Messina. Pare che il solo vederle abbia “ferito la comunità dei pescatori” e urtato la sensibilità di chi pensa che la politica si debba fare solo con il proprio colore preferito. Cari amici, la realtà è molto più semplice (e meno drammatica): si trattava di un gesto di saluto e accoglienza verso il Ministro dei Trasporti. Un’iniziativa spontanea, festosa, rispettosa delle tradizioni e, soprattutto, legittima. La Lega ha già dimostrato il suo impegno concreto a favore delle feluche messinesi: ricordiamo infatti che l’anno scorso, su richiesta del senatore Nino Germanà, supportato dalla consigliera comunale Amalia Centofanti e dal vicepresidente del VI Municipalità Salvatore Scandurra, si è tenuto un vertice all’assessorato regionale all’Agricoltura e Pesca per tutelare il futuro delle dieci feluche messinesi. Difendiamo un principio semplice: in democrazia, ciascuno è libero di esprimere le proprie idee – anche con una bandiera – senza per questo offendere nessuno. Allo stesso modo, chi non gradisce è liberissimo di voltare lo sguardo e continuare la giornata senza indignazioni forzate. Purtroppo, in certi ambienti politici, la libertà di opinione sembra essere un concetto valido solo quando a parlare è “il loro” megafono. A noi questa visione ristretta non interessa: preferiamo una società dove si possa discutere, dissentire e… perfino sorridere. Nessun attacco ai pescatori, che stimiamo e sosteniamo da sempre, ma solo un momento di festa e partecipazione. Le feluche continueranno a solcare lo Stretto, e noi continueremo a credere in un pluralismo vero, senza censure preventive. Quindi, cari indignati di professione: rilassatevi, il mare è grande abbastanza per accogliere tutte le bandiere. E se proprio non vi piacciono… prendetevi un caffè e godetevi il panorama”.