12 Agosto 2025 Senza categoria

“Occhiuto ha solo preso”: lo sfogo dell’ex socio in chat

Di Lucio Musolino - L’inchiesta sul presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto è anche una storia di perizie e controperizie sul valore delle quote che il vicepresidente di Forza Italia aveva delle società Parametro holding srl e Fondazione patrimonio artistico srl.

Indagato per corruzione con il suo socio Paolo Posteraro, per il governatore Occhiuto i loro erano “normali rapporti tra soci”. Il procuratore di Catanzaro Salvatore Curcio e l’aggiunto Giancarlo Novelli vogliono, però, approfondire i vari passaggi societari e, grazie alle intercettazioni, stanno leggendo in filigrana anche un’operazione di due anni precedente, con l’uscita di Occhiuto dalla società “Tenuta del Castello”, e la quasi contestuale nomina di Posteraro, prima alle Ferrovie della Calabria e poi nella segreteria del sottosegretario Matilde Siracusano, la compagna (non indagata) del presidente della Regione.

Proprio con lei, Posteraro ha discusso delle frizioni in azienda quando il compagno ha chiesto di uscire da Parametro holding srl e Fondazione patrimonio artistico srl. Come si è svolto l’incontro lo spiega lo stesso collaboratore del sottosegretario: “Lei mi ha detto ‘Voi non siete cosa di fare gli imprenditori… è meglio che lasciate perdere. La cosa è fallimentare, non vi siete mai presi una lira’”. Posteraro la pensa diversamente: “Non è vero! Perché devo fare la figura del coglione, scusa?”. Per diversi anni vicesegretario generale della Camera, suo padre Francesco Posteraro (non indagato) è d’accordo: “Dovevi dire ‘Io ce l’ho messa la lira, lui se l’è presa’”. Detto fatto. Posteraro non usa giri di parole con la Siracusano: “Roberto in questi anni si è preso quasi 200mila euro, al pari di me… di utili… e 100mila euro se l’è presi 3 mesi fa!”. “A bene! Non mi ha mai detto nulla”.

Per gli inquirenti, però, sono le intercettazioni tra Posteraro e la moglie, Maria Gabriella Dodaro, quelle che forniscono una lettura più organica delle trattative societarie tra il marito e il politico. Assistito dal suo fedelissimo Tonino Daffinà (indagato nel filone sulla sanità), Occhiuto avrebbe chiesto “verosimilmente 250mila euro” al socio. Una cifra eccessiva per Posteraro il quale teme che Daffinà “potrebbe predisporre una perizia sovrastimata per agevolare lui”.
L’ex socio ne parla con la moglie: “Che merda… Una società dove lui (Occhiuto, ndr) non ci ha messo manco i soldi del capitale sociale… non ha fatto mai il versamento lui direttamente”. La risposta della Dodaro è scontata: “Se non lo ha fatto lui, puoi fare un procedimento tu per dire che era un socio simulato, che in realtà la società è sempre stata tua e che lui era solo un prestanome”.

L’alternativa alla prelazione sulle quote di Occhiuto era che il presidente della Regione vendesse la sua parte di Parametro holding srl e Fondazione patrimonio artistico srl a un acquirente esterno. “Se trova da vendere, è veramente una tangente” avverte Dodaro che è un magistrato della Corte dei Conti. La stessa è estranea alle indagini ma è preoccupata per il marito: “Da questo mondo te ne puoi stare allegramente lontano… se questi sono i prezzi da pagare, per starsene in politica o per fare avere anche incarichi fiduciari… Ti rendi conto che tu in questo momento hai il potere pure di farlo cadere pure dalla posizione in cui sta?”. E ancora: “Non lo voglio mandare a quel paese che dopo che gli hai pagato le quote tra 10 anni lo giudico almeno”. Il marito cerca di tranquillizzarla, ma Dodaro sbotta e la guardia di finanza annota nell’informativa: “Sono dei mafiosi, sono abituati a farsi gli affari loro con le cose pubbliche, sono abituati ad approfittare della gente o a tenere la gente sotto schiaffo”.