13 Settembre 2025 Attualità

La mamma di Sara: la sua eredità è un messaggio d’amore

«Non è facile parlare di Sara, perché lei è l’immensità e le parole risulterebbero riduttive e non sufficienti per raccontarla. Tuttavia, proverò a farlo affinché possa arrivare a voi il messaggio d’amore che lei lascia come sua eterna eredità: l’amore per sé stessa e per gli altri». Queste le prime parole della commovente lettera che Maria Concetta Zaccaria ha dedicato a sua figlia Sara Campanella, la studentessa uccisa a Messina da un compagno universitario poi morto suicida.

Il testo della missiva è stato reso noto, ieri mattina, a Morning News su Canale 5.

Nel suo racconto la madre di Sara ripercorre le ultime ore della figlia, tracciandone un ritratto sereno: «Il 31 marzo, Sara usciva felice dalla sua seconda casa, il Policlinico di Messina, perché quel pomeriggio, il suo professore aveva accettato di essere il relatore della sua tesi di laurea. Mi ha subito chiamata ma io avevo distrattamente lasciato il mio cellulare in macchina e non ho risposto. Sono certa che aveva il cuore che batteva a mille dalla gioia... Ma subito dopo essere uscita, tutto è cambiato: quella gioia è mutata in paura e dolore».

Una giornata di felicità improvvisamente si è rivelata fatale: «I suoi ideali di vita e i suoi sogni sono stati brutalmente spezzati per avere detto, per l’ennesima volta, con coraggio e determinazione “no” a chi considerava una persona qualunque».

Maria Concetta Zaccaria ribadisce una tesi già espressa in altre occasioni: «Il femminicidio di Sara è un femminicidio atipico che riscrive una pagina nuova nella storia di violenza alle donne, poiché chi uccide questa volta non è l’ex, il compagno, il marito. Chi uccide è un collega di corso. Non vi era alcun tipo di rapporto tra loro se non quello di civile convivenza e condivisione degli stessi spazi di studio. Eppure, quel rapporto era fortemente voluto dal suo assassino al punto tale da convincersi che lei era sua e doveva esserlo a tutti i costi. La sua convinzione era quella che morendo lei non sarebbe stata più di nessuno».

Il coraggio della madre di Sara affiora da una perdita inconsolabile che diventa testimonianza: «Lui si sbagliava. Sara è diventata figlia, sorella, nipote, amica, collega di tutti».