18 Settembre 2025 Cronaca di Messina e Provincia

Barcellona, medico sfugge alla violenza di un detenuto

Pezzi di vetro e plexiglass nascosti in tasca pronti per essere usati durante l’ennesimo episodio di brutale violenza, fisica e verbale, da parte di un detenuto della casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto nei confronti del medico di turno che gli aveva appena prescritto una ipoglicemia con valori di 36 mg/ml da trattare con la massima urgenza, prevedendo una terapia infusionale grazie all’aiuto del 118. Ma non appena il dottore, chiamato dal personale infermieristico del reparto, ha detto al paziente che avrebbe chiamato i soccorritori, si è scatenato l’inferno: il detenuto ha minacciato mazzate per tutti, tanto da costringere la vittima a rifugiarsi in bagno prima di essere fortunatamente difeso dall’assistente.

«Non ci sono più parole per condannare ancora una volta un episodio di violenza grave e inaccettabile – commenta il presidente dell’Ordine dei medici e odontoiatri di Messina Giacomo Caudo – esprimo solidarietà a nome di tutti i colleghi al medico protagonista di questo brutale atto, proprio nel momento in cui compiva la sua più nobile missione, cioè quella di evitare pericolose conseguenze per la salute del paziente, intervenendo tempestivamente con la giusta e opportuna terapia e spiegando in modo chiaro la gravità della situazione a chi invece ha voluto irresponsabilmente e vergognosamente ribaltare il valore del ruolo medico, insultandolo e svilendolo, oltreché rischiando nel contempo la sua stessa incolumità». Ma le aggressioni sono ormai all’ordine del giorno nelle carceri siciliane. È la drammatica situazione descritta dai sindacati, per esempio, nella casa circondariale di Cavadonna a Siracusa. Martedì sera venti detenuti si sarebbero impossessati di un blocco dell’istituto di pena minacciando gli agenti penitenziari mentre in mattinata un agente è stato aggredito ed è stato costretto a ricorrere alle cure dei sanitari nella struttura che ospita circa 700 detenuti invece dei 450 previsti, e che vede una carenza di agenti di polizia penitenziaria di almeno 70 unità.

«Soprattutto mancano ispettori e sovrintendenti, cioè le figure che possono coordinare. Invece gli assistenti vengono promossi sul campo» dice Giuseppe Argentino, della Fp penitenziaria: «Erano arrivati 13 nuovi agenti direttamente dalla scuola e dopo un anno in sette hanno già deciso di rinunciare ed hanno abbandonato il lavoro preferendo altri impieghi».