21 Settembre 2025 Politica e Sindacato

Dal pollo surgelato al Ponte di Messina con Salvini sponsor. Pietro Spizzirri alla Direzione Affari legali del Mit

Di Thomas Mackinson - Dal pollo surgelato al Ponte sullo Stretto. Matteo Salvini ha affidato gli Affari legali e l’anticorruzione del suo ministero al delegato calabrese della Lega Pietro Spizzirri: avvocato ed ex lobbista della Pollo Arena, che lasciò Forza Italia per arruolarsi con lui. Sembra un film di Monicelli, invece è tutto vero. Dal 26 agosto scorso Spizzirri ricopre il ruolo delicatissimo di Direttore Generale della Direzione Affari Legali del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Un incarico di grande responsabilità che vale 173.826 euro lordi l’anno. Ma sui requisiti ci sono più di un dubbio: la Corte dei Conti non ha ancora registrato il dPCM, per cui lui non firma atti, ma intanto sulla sua nomina è già partito un esposto ad Anac, Corte dei Conti e Procura di Roma.
Spizzirri ha 43 anni e almeno sul piano politico i suoi meriti sono chiari. Nato in Forza Italia, era consigliere comunale nella sua Spezzano della Sila, il paese d’origine in provincia di Cosenza. Nel 2018 però rompe con gli azzurri e si mette alla testa della fronda dei “ribelli” fondando i circoli “Forza Salvini” in Calabria. Lo annuncia in pompa magna in una conferenza stampa: “Viviamo tra la nostra gente, non nei salotti romani”. Peccato che fosse proprio la sala stampa della Camera, quel “salotto romano” lontano dalla sua gente che da allora non lascerà più. Dieci giorni dopo è ancora lì, perché l’avvocato Spizzirri riesce a ottenere un mandato biennale dall’Arena Surgelati per rappresentare gli interessi dell’azienda presso la Camera dei Deputati. Un incarico da lobbista, firmato e protocollato. Altro che pollo: sette anni più tardi incassa il dividendo politico del suo abbraccio a Salvini, con un incarico da dirigente generale che solleva più di un dubbio.
Sul fronte professionale infatti il suo curriculum brilla meno. Laurea in Giurisprudenza a Catanzaro, diploma di specialista per le professioni legali, master di II livello in Intelligence. Poi uno stage all’Enel, un passaggio al Viminale con Nitto Palma nel 2008, qualche mese al Formez e, dal 2015, consulente giuridico per l’Anci. Nel 2024 la Regione Calabria gli affida un incarico da responsabile amministrativo esterno al 50%. Più un collage di esperienze occasionali che una carriera da alto dirigente. Ragion per cui, anche col famigerato “comma 6” – la scappatoia che consente ai politici di nominare fiduciari esterni – resta difficile capire come lo Spizzirri possa avere le carte in regola per tale incarico. A garanzia dellaposizione ricoperta la legge richiede almeno cinque anni in funzioni dirigenziali o comparabili e una professionalità qualificata.
Non è tutto. Dal 1° febbraio 2024 Spizzirri figura anche tra i 19 collaboratori della Commissione parlamentare Antimafia, accanto a personalità come l’ex giudice Guido Salvini e Nando Dalla Chiesa. Su richiesta di chi e per far cosa non è dato sapere, ma almeno il badge per entrare a Montecitorio l’aveva.
L’incarico al MIT si trascina con sé anche la responsabilità anticorruzione. Peccato che la legge 190/2012 stabilisca che quel ruolo spetti a un dirigente di ruolo, a garanzia di indipendenza. Qui invece siamo davanti a un professionista esterno, politicamente connotato e nominato dal leader di partito il cui incarico, per altro, dura tre anni a prescindere dal mandato di chi l’ha piazzato lì.
E tutto questo in un ministero dove gli scandali giudiziari non mancano: dal Provveditorato di Milano travolto dagli arresti alla Motorizzazione di Napoli colpita dalle inchieste sulle patenti facili, fino al segretario del Provveditore di Roma finito in manette. Non proprio il posto ideale per esperimenti con i “fiduciari” di partito.
Alla Direzione Affari legali spiegano che “questa mattina non è ancora arrivato in ufficio”. Lui però al telefono risponde trafelato: “Io purtroppo non le posso dare retta, sono a un semaforo, sto attraversando la strada e ho un impegno…”. E parte a tutto gas. Non richiamerà più. Ma in cosa è così impegnato, visto che senza il “bollino” della Corte dei Conti non può firmare nulla? La strada, però, l’ha attraversata eccome: dal pollo surgelato al Ponte sullo Stretto. Fonte: Il Fatto quotidiano