
Il suicidio del messinese Letterio Buonomo, l’intervento in Senato di Dafne Musolino: “Intervenire prima che sia troppo tardi”
Una storia di disperazione e solitudine, quella di Letterio Buonomo, ha scosso l’aula del Senato per voce della senatrice Dafne Musolino. Un intervento accorato, a fine seduta, per squarciare il velo su una tragedia che è emblema di un’emergenza nazionale: quella abitativa.
Letterio Buonomo, un uomo, un cittadino, si è lanciato dal balcone del sesto piano della sua casa a Sesto San Giovanni. Un gesto estremo, compiuto mentre gli ufficiali giudiziari erano alla porta per eseguire uno sfratto. Un uomo che, come sottolineato dalla senatrice, “si è sentito abbandonato”. Aveva chiesto aiuto, si era rivolto persino al Comune, ma le sue grida sono rimaste inascoltate.
“Dobbiamo imporci una riflessione ed anche un momento di costrizione”, ha dichiarato con forza la senatrice Musolino, rivolgendosi ai suoi colleghi. “In quest’aula rappresentiamo tra i tanti problemi anche quello urgente dell’emergenza abitativa”.
L’intervento ha messo in luce una realtà drammatica che coinvolge un numero sempre crescente di persone. “Tante famiglie, tante persone sono finite nella fascia di marginalità”, ha proseguito la senatrice. Persone fragili, invisibili ai più, che lottano quotidianamente contro la precarietà e il rischio di perdere un tetto sopra la testa.
L’appello della senatrice Musolino è un monito severo alle istituzioni, a tutti i livelli. “Queste persone non possono essere ignorate. Dobbiamo ascoltare la loro richiesta di aiuto ed intervenire perché non c’è più tempo”. Un richiamo alla responsabilità collettiva, affinché la politica torni a occuparsi degli ultimi e si faccia carico di quelle esistenze ai margini che, senza un intervento concreto e immediato, rischiano di essere travolte. La morte di Letterio Buonomo non può e non deve rimanere solo una tragica notizia di cronaca, ma deve diventare lo stimolo per un’azione politica rapida ed efficace, capace di offrire risposte concrete prima che sia troppo tardi.