L’ARRESTO DI FRANCESCO STAGNO D’ALCONTRES, LE DITTE COINVOLTE E LE ALTRE ACCUSE
Nell’inchiesta che oggi ha portato ai domiciliari il chirurgo plastico Francesco Stagno d’Alcontres, 70 anni, in cui ci sono 31 indagati tra medici, titolari delle imprese produttrici di farmaci e prodotti medicali, infermieri e operatori sanitari, il professore è accusato di diversi episodi di corruzione e concussione in quanto avrebbe chiesto a diverse società somme a titolo di sponsorizzazione del congresso per la Società italiana di chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva. I reati contestati sono compresi nel periodo maggio 2024-gennaio 2025.
La procura, nell’avviso di garanzia agli indagati, cita episodi di concussione che riguardano le ditte Mentor medical incorporata nella Johnson & Jhonson medical, Chirmedical, Medigest, Biomedica Italia, Tegea srl, Athena srl, Coloplast-Kerecis, Polytech Health & Aesthetics Italia, Smith & Nephew Italia, Deco Med, Gc Aesthetics, JC Stevan. Secondo l’ipotesi accusatoria Stagno D’Alcontres avrebbe chiesto alle ditte somme di denaro per sponsorizzare il congresso promettendo il rinnovo di appalti per fornitura e sterilizzazione di ferri chirurgici, l’acquisto di prodotti medicali e strumentazione medica o minacciando di non rinnovare i rapporti commerciali.
Stagno d’Alcontres per questi episodi è indagato in concorso con Francesca Melita, capo di sala operatoria della Chirurgia plastica del Policlinico addetta a predisporre gli ordini dei prodotti medicali per il reparto, e Paolo Zona legale rappresentante della Cluster srl, provider del congresso Sicpre. Il chirurgo, inoltre, avrebbe effettuato decine di interventi esterni al Policlinico in studi privati della città e della provincia (i pm ne segnano 8), non dichiarandoli e servendosi del servizio di sterilizzazione della Servizi Italia che aveva l'appalto per il servizio col Policlinico.
Il gip ha disposto il divieto di esercitare la professione sanitaria per un anno alla dirigente medica del reparto di Chirurgia plastica del Policlinico Antonina Fazio e all’ostetrica esterna Cristina Alì. Per Fazio e Stagno d’Alcontres la Procura ipotizza la truffa ai danni dell’Azienda sanitaria Policlinico perché pur agendo in regime di esclusività professionale hanno effettuato interventi (i pm ne segnano 12) in alcune strutture private anche in provincia. Per Alì, in concorso con Stagno d’Alcontres, i pm ipotizzano l’esercizio abusivo della professione, in quanto essendo ostetrica è stata impiegata come infermiera di sala operatoria durante una lunga serie di interventi (i pm ne segnano 7) eseguiti dal chirurgo plastico in strutture mediche private.