Messina: Estorsione con videochiamata dal carcere. Tre messinesi indagati. I NOMi
La richiesta estorsiva da 250 mila euro a un’impresa impegnata nei lavori di risanamento a Messina è arrivata in videochiamata dal carcere. È quanto emerge da un’indagine della Procura e dei carabinieri che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di tre messinesi per tentata estorsione.
Nel mirino l’impresa etnea Cosedil, impegnata nel cantiere di Fondo Fucile, in via Socrate. Dopo un primo contatto avvenuto al cantiere, le minacce sono proseguite con videochiamate durante le quali veniva chiesto il pagamento della somma, con l’avvertimento che in caso contrario il cantiere sarebbe stato fatto saltare in aria. Le indagini hanno accertato che due degli interlocutori parlavano dalle celle dei carceri di Palermo e Agrigento, utilizzando telefoni cellulari nonostante fossero detenuti per altri reati. Un terzo indagato avrebbe svolto il ruolo di emissario, mentre un minorenne sarebbe stato incaricato di recapitare il messaggio estorsivo. La denuncia immediata da parte dell’impresa ha consentito ai carabinieri del Nucleo investigativo di intervenire e bloccare il tentativo di estorsione. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Messina.
Gli indagati per tentata estorsione sono tre, tutti messinesi. Il primo è il 24enne Giovanni Aspri, indicato come autore dell’approccio iniziale. Gli altri due sono il 33enne Salvatore Maiorana e il 39enne Giuseppe Surace, i detenuti che avrebbero avanzato le richieste estorsive in videochiamata dal carcere. Una tentata estorsione andata in scena a distanza, ma con minacce fin troppo reali.