18 Settembre 2021 Giudiziaria

LA CASSAZIONE CONFERMA L’ESISTENZA DEL CLAN DI SALVATORE SPARACIO

Adesso arriva il sigillo della Corte di Cassazione. Nel rione di Provinciale esisteva una consorteria criminale autonoma e indipendente rispetto a quelle di Giovanni Lo Duca e Giovanni De Luca. Non era da meno il gruppo capeggiato da Salvatore Sparacio e formato anche da Antonio Scavuzzo e Mario Alibrandi. Uno spaccato criminale non di poco conto, che però non era stato riconosciuto dal gip Maria Militello nell’ordinanza di custodia cautelare relativa all’operazione denominata proprio “Provinciale”.

I giudici della Suprema Corte hanno rigettato i ricorsi di alcuni degli indagati, cosicché, nello specifico, è divenuta esecutiva l’ordinanza con cui il Tribunale del riesame aveva accolto l’appello del pubblico ministero della Dda Liliana Todaro riguardante proprio la presenza di un terzo sodalizio mafioso.

Conclusione alla quale erano giunte, tra le altre cose, le attività investigative condotte su input dell’Ufficio inquirente peloritano guidato dal procuratore Maurizio De Lucia. Per effetto della pronuncia della Cassazione, inoltre, la posizione di Scavuzzo e Alibrandi si è aggravata. Inquisiti per voto di scambio e intestazione fittizia di beni, reati che gli erano valsi gli arresti domiciliari, devono rispondere altresì di associazione di stampo mafioso (assieme ovviamente a Sparacio). Ragion per cui nei loro confronti è stata emessa una misura di custodia in carcere e sono stati rinchiusi nella casa circondariale di Gazzi. RASSEGNAWEB – FONTE: Riccardo D’Andrea da Gazzetta del Sud