Politica e Sindacato / 10 Novembre 2025

Il grande equivoco del Ponte: la bocciatura era inevitabile. Lo stop della Corte dei Conti era scritto nelle forzature messe in campo dal leghista per far felice il costruttore Webuild

di Carlo Di Foggia - Per capire l’imbuto in cui si è infilato il governo nella vicenda del Ponte sullo Stretto di Messina basterebbe un dettaglio. Il giorno dopo lo stop della Corte dei Conti alla delibera con cui il Cipess, il comitato per i grandi progetti pubblici, ad agosto aveva approvato il progetto definitivo, i giornali vicini alla destra e le pagine social della galassia che sostiene la maxi opera si sono riempiti di attacchi alla magistrata contabile Valeria Franchi che ha istruito la valutazione poi rimessa in sede collegiale. “Una giudice giallorossa”, “una ex M5S” che “ha lavorato con i governi di centrosinistra”, ha scritto La Verità (a non dire degli insulti nei commenti sulle pagine Facebook pro ponte), visto che “è stata consigliera giuridica dell’allora ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova” e poi “del 5Stelle Stefano Patuanelli al ministero dello Sviluppo Economico, sempre nel Conte 2”. Franchi però non ha mai lavorato per Patuanelli – basterebbe dare un’occhiata al . . .