28 Ottobre 2021 Giudiziaria

FOTO E NOMI – Messina: Peculato e falsità ideologica, sospesi il primario di Neurochirurgia del Policlinico e altri due medici

Alle prime ore del mattino i Carabinieri della Compagnia di Messina sud hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di tre misure interdittive della sospensione dall’esercizio della professione sanitaria, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 3 medici ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di peculato e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.

Le attività investigative condotte dai Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Messina Sud hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell'ex primario dell’U.O.C. di Neurochirurgia dell’Ospedale Papardo di Messina,  rientrato poi al Policlinico a febbraio, Francesco Salpietro (foto), e di un dirigente medico del locale U.O.C. di Neurochirurgia del “Policlinico Universitario G. Martino” di Messina, Concetta Alafaci (foto), destinatari della sospensione dall’esercizio della professione sanitaria di un anno, in merito a violazioni della normativa in materia di attività libero professionale intramuraria realizzate attraverso l’espletazione di visite specialistiche, sia presso gli studi interni dei rispettivi ospedali che in laboratori esterni siti in Canicattì (AG) ed Agrigento, richiedendo e ricevendo per le stesse pagamento in contanti, omettendo di rilasciare ricevuta e senza versare all’Azienda Sanitaria la percentuale dovuta in base al rapporto di esclusività d’impiego con la struttura pubblica d’appartenenza.

Contemporaneamente le indagini hanno coinvolto anche il primario dell’U.O.C. di Neurochirurgia del Policlinico di Messina, il prof. Antonino Germanò (foto), destinatario della sospensione dall’esercizio della professione sanitaria per mesi sei, il quale, con l’ausilio di un’infermiera, Filomena Turchi, che risulta iscritta nel registro degli indagati ma non ha avuto a suo carico alcuni misura restrittiva, del citato reparto e attraverso l’utilizzo del sistema informatico ospedaliero, incrementava la propria percentuale di visite ambulatoriali, in realtà mai effettuate, al fine di continuare a percepire un’indennità economica quest’ultima subordinata alla parità tra attività istituzionale e attività intramuraria.

La Procura aveva richiesto per i tre medici la misura degli arresti domiciliari e per l'infermiera la misura interdittiva della sospensione. Il gip Leanza ha optato per una misura meno afflittiva solo per i tre medici.

NESSUNO DEGLI INDAGATI RISULTA AD OGGI DIPENDENTE DELL’AZIENDA PAPARDO”.

L’ospedale Papardo “specifica che nessuno degli indagati risulta ad oggi dipendente dell’Azienda ospedaliera Papardo o convenzionato con essa. Nella Unità Semplice Dipartimentale di Neurochirurgia non risultano pertanto in atto dipendenti dell’azienda o convenzionati con essa sottoposti a indagini giudiziarie”.

Nota a margine: Nel comunicato ufficiale dei carabinieri è stato scritto che sono stati raccolti "gravi indizi di colpevolezza nei confronti del primario dell’U.O.C. di Neurochirurgia dell’ospedale “Papardo di Messina", frase che ha tratto in inganno la nostra e altre testate giornalistiche che abbiamo, anche se solo per pochi minuti, riportato tra i nomi degli indagati quello del dottor Salvatore Massimiliano Cardali, attuale (per la precisione dall' 08.02.2021) Dirigente Medico Responsabile dell’UOSD Neurochirurgia a Direzione Universitaria del PO Papardo, che è completamente estraneo all'indagine di cui riferiamo sopra e a cui chiediamo scusa.