9 Dicembre 2021 Attualità

L’UOC di Endocrinologia del Policlinico riconosciuto centro di eccellenza della Rete Europea delle Malattie Rare (ERN)

L’UOC di Endocrinologia, diretta dal prof. Salvatore Cannavò,  è stata identificata come centro di eccellenza per le malattie dell’ipofisi, del surrene, del metabolismo calcio-fosforo e osseo, della tiroide (limitatamente ai tumori tiroidei e all’ipotiroidismo congenito), e per i disordini della crescita e obesità genetiche (limitatamente alla bassa statura, alla Sindrome di Prader Willi, alla Sindrome di Noonan e alla Sindrome di Beckwith Wiedemann) ed è stata inserita dalla Commissione preposta della Comunità europea nella Rete Europea delle Malattie Rare (ERN).

“Mi complimento con l’ Aou “G. Martino” e con i colleghi per il risultato ottenuto- ha detto il rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea – perchè dimostra che se si affrontano sfide importanti seguendo i percorsi con dedizione e professionalità, si ottiene sempre il meritato riconoscimento delle nostre eccellenze e delle nostre professionalità da sempre a servizio della didattica, della ricerca e della cura dei pazienti”.

“L’identificazione di centro di eccellenza della rete ENDO-ERN- sottolinea il prof.  Cannavò – ottenuta dopo un severo iter valutativo durato 2 anni, è merito di un lungo lavoro condiviso con molte decine di colleghi anche delle Unità Operative di Pediatria, Neurochirurgia, Chirurgia Oncologica e Endocrinochirurgia, Medina Interna, Genetica, Reumatologia, Medicina Nucleare, Oculistica, Radio-Oncologia, Radiologia, Geriatria, Ortopedia, VEQ Aziendale, Immunometria e Servizi di diagnostica di Laboratorio.

Il nostro Policlinico risulta essere l’unico centro ENDO-ERN dell’Italia meridionale, oltre Napoli che aveva ottenuto lo stesso riconoscimento nel 2016. Inoltre, ritengo motivo di grande orgoglio che l’AOU  G. Martino sia fra i pochi ospedali in Italia ad aver ottenuto una doppia qualificazione, dato che nella Rete Europea delle Malattie Rare è già presente l’UOC di Neurologia per le malattie neuromuscolari”.