Omicidio Mormile: gip, no ad archiviazione, nuove indagini
Nuove indagini sull'omicidio di Umberto Mormile, educatore del carcere milanese di Opera ucciso a Carpiano l'11 aprile del 1990. Lo ha deciso il gip del tribunale di Milano, Natalia Imarisio, dopo l'opposizione alla richiesta di archiviazione della procura avanzata dal fratello della vittima, Stefano Mormile, assistito dall'avvocato Fabio Repici. Il giudice ha respinto dunque la richiesta di archiviazione della Dda di Milano disponendo l'iscrizione sul registro degli indagati di due collaboratori di giustizia, Salvatore Pace e Vittorio Foschini. Una iscrizione "necessaria e preliminare a qualunque altro sviluppo", scrive il giudice nelle 3 pagine con cui si e' opposto alla richiesta di archiviazione dei pm. Il gip suggerisce inoltre di interrogare Antonino Fiume e "acquisire gli atti" di 'Ndrangheta Stragista', pendente davanti alla Corte d'Assise d'Appello di Reggio Calabria e, in particolare, gli esami dei collaboratori di giustizia Annunziato "Romeo e Schettini". Proprio Antonio Schettini e' tra i condannati per l'omicidio Mormile. Insieme a lui anche Antonino Cuzzola, reo confesso. Oltre ai due esecutori materiali dell'omicidio Mormile, sono stati condannati, in qualita' di mandanti del delitto, i boss della 'Ndrangheta Domenico Papalia, Antonio Papalia e Franco Coco Trovato. L'obiettivo delle nuove indagini sara' dunque quello di 'approfondire' le dichiarazioni di Schettini sulla cosi' chiamata 'Falange Armata' come nodo centrale sulla causale del delitto Mormile. Una vittoria per Stefano Mormile e per l'avvocato Repici che chiedevano, nella denuncia presentata il 1 agosto 2018 alla Dda di Milano, di indagare sulla 'Falange Armata' - un gruppo che comparira' anche in attentati mafiosi e nei delitti della Uno bianca - e su un possibile coinvolgimento di uomini dei Servizi Segreti come mandanti dell'omicidio dell'educatore carcerario. Allo stato, secondo il giudice, non sono emersi "concreti elementi tali da lumeggiare l'ipotesi ed ulteriormente direzionare le indagini stesse". "Con la decisione del gip si prospetta finalmente un nuovo processo sull'omicidio Mormile: con questa decisione possiamo spazzare via il fango per decenni gettato sulla figura di Umberto Mormile cosi' che anche a Milano, come gia' avvenuto a Reggio Calabria, si potra' arrivare alla conclusione che Mormile e' stato ucciso perche' aveva scoperto i legami occulti di Domenico Papalia con apparati deviati dello Stato", spiega all'AGI l'avvocato Repici, legale del fratello della vittima. "Sono felice e in parte me lo aspettavo, sono stato a Milano e nell'udienza ero rimasto perplesso dall'atteggiamento della procura che tentava di sconfessare le evidenze processuali emerse a Reggio Calabria", dice all'AGI Stefano Mormile, fratello di Umberto. "L'avvocato Repici aveva contestato in quella sede le parole della procura procura io ho osservato l'atteggiamento della gip che, pur non conoscendo tutte le carte, era allibita dalle parole del pm ed era rimasta impressionata dalle parole del mio avvocato - aggiunge -. Le indagini ora proseguono, ma purtroppo sono lasciate alla stessa procura che voleva archiviare, questo mi lascia perplesso, ma si andra' probabilmente a un processo per Pace Foschini e li' potranno essere decisivi gli atti provenienti da Reggio Calabria".