8 Aprile 2022 Guerra&Pace

VIDEO E FOTO. ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO: LA FIRMA DEL PROTOCOLLO ESERCITO-SCUOLA, PRESIDIO A PALERMO DEGLI STUDENTI E INSEGNANTI NO MUOS E COBAS SCUOLA

 

Gli studenti dicono no all’alternanza scuola-lavoro nelle caserme. E protestano davanti all’ufficio scolastico regionale di Palermo. In mattinata si sono riuniti in una manifestazione organizzata dal coordinamento No Muos e studenti No Muos contro la guerra e, appunto, contro l’alternanza scuola-lavoro.

Studenti, realtà cittadine e docenti, provenienti dal capoluogo, da Catania e da Messina si dati appuntamento in via Fattori davanti l’Ufficio Scolastico Regionale per contestare il protocollo d’intesa firmato dall’Ufficio scolastico con l’esercito italiano che prevede lo svolgimento di progetti di alternanza scuola-lavoro in 7 caserme militari delle città di Palermo, Catania e Messina.

La Majorana convengo di aggiornamento

Contemporaneamente, all’interno dell’istituto Majorana, si sta svolgendo un convegno di aggiornamento/formazione promosso dal sindacato Cobas Scuola e rivolto a tutto il personale scolastico sui percorsi di alternanza e sul nuovo protocollo firmato in Sicilia.

D’Urso “Abbiamo sempre contestato l’alternanza scuola-lavoro”

“Abbiamo sempre contestato l’alternanza scuola-lavoro, implementata da governi di ogni colore, che mira a trasformare la scuola, un luogo di formazione, in un’esperienza che insegni i ritmi e i rischi del lavoro e dello sfruttamento. L’alternanza scuola-lavoro serve a formarci alla precarietà, alla paura di entrare in uno stabile rischiando di ferirci gravemente o, peggio, perdere la vita, come successo a Lorenzo e Giuseppe, a convivere con ritmi insostenibili, lavorando diverse ore al giorno senza tutela. Per questo abbiamo animato diverse piazze contro la riforma introdotta dal governo Renzi nel 2015”, spiega Diego D’Urso del coordinamento Studenti No Muos di Catania.

Flavio La Bruna, del coordinamento Studenti No Muos di Palermo aggiunge: “Alla vergogna dell’alternanza si è aggiunta una specifica siciliana. L’Ufficio Scolastico Regionale Siciliano ha siglato a dicembre 2021 un protocollo d’intesa con il comando militare della Regione Siciliana per lo svolgimento di progetti PCTO in 7 caserme militari delle città di Palermo, Catania e Messina”.

E continua: “Almeno in 100 faranno le loro ore di alternanza sotto gli ordini di militari graduati, svolgeranno mansioni e servizi all’interno di caserme operative o comandi distrettuali. Il protocollo mira ad ampliare ‘la diffusione di valori eticosociali, della storia e delle tradizioni militari’: i valori della guerra, che oggi più che mai necessitano di essere ripudiati. Contro la guerra imperialista, contro la militarizzazione della nostra formazione, contro lo sfruttamento nei luoghi di lavoro come in alternanza siamo scesi oggi in piazza”

Manifestanti contro la guerra in Ucraina e contro la Nato

Forte l’attenzione dei manifestanti nei confronti della guerra in corso in Ucraina: “No alle guerre imperialiste, no Pcto nelle caserme”, “Via le basi Nato dalla nostra terra” sono gli striscioni e i cori, che evidenziano la contrarietà al conflitto e al coinvolgimento della Sicilia, con le sue basi militari da cui partono operazioni di guerra. I manifestanti hanno raccolto centinaia di firme che verranno presentate oggi al direttore dell’Usr, al quale è stato richiesto un incontro.

Elio Teresi del Comitato di base No Muos – Palermo, ha sottolineato: “L’attuale conflitto in Ucraina ci ha visti schierarci contro gli interessi delle superpotenze, contro gli aumenti delle spese militare, contro l’invio di armi e lo stato d’emergenza per la guerra. Ci impone anche di schierarci contro l’alternanza nelle caserme, un’operazione concepita per legittimare le aggressioni imperialiste che l’esercito italiano porta avanti in giro per il mondo, educare ai valori della guerra e normalizzare la capillare presenza militare nella nostra isola. Chiediamo all’USR Sicilia la revoca immediata del Protocollo e alle scuole che lo hanno sottoscritto di sospendere ogni collaborazione con istituzioni militari. Bisogna fermare la logica del fare diventare la Sicilia una portaerei del Mediterraneo”.