11 Aprile 2022 Guerra&Pace

Mercoledì la conferenza stampa a Messina: L’appello nazionale contro l’aumento della spesa militare

Si svolgerà il 13 aprile alle ore 12, simultaneamente in quattro città italiane, Brescia, Firenze, Ancona e Messina, la conferenza stampa in cui si presenta l’appello lanciato tra associazioni laiche e cristiane per rivedere la scelta del Parlamento italiano ad incrementare le spese militari nel nostro Paese.

A Messina la conferenza si svolgerà nei locali della Piccola Comunità di Nuovi Orizzonti, associazione che ha aderito all’iniziativa lanciata, tra gli altri da Rosy Bindi e da Vannino Chiti e che ha tra i promotori Felice Scalia e Antonino Mantineo.

I promotori e il prof. Pippo Martino presenteranno alla stampa l’appello che sarà nei prossimi giorni presentato al Governo e al Parlamento.

L’APPELLO

Appello contro l’aumento delle spese militari e per la firma del Trattato di proibizione delle armi nucleari.

L'aumento delle spese militari fino al 2% del Pil, chiesto dalla Nato, votato pressoché all’unanimità dal Parlamento, confermato dal governo Draghi anche se confusamente spalmato in anni, è non soltanto eticamente inaccettabile, ma politicamente sbagliato. L’obiettivo è realizzare forze militari europee, non incrementare spese nazionali, come in Italia o in Germania (in questo caso per la prima volta dal 1945). L’Unione Europea deve assumere la responsabilità sulla difesa, la sicurezza e la politica estera. Come fu accertato da un’indagine conoscitiva del Senato la realizzazione di un esercito europeo richiederà tagli e razionalizzazioni in alcuni settori, incrementi in altri: non un generico aumento e spreco di risorse. L’Italia con la finanziaria del 2022 ha già aumentato gli stanziamenti nella difesa di circa il 20% rispetto al 2019, del 75% nelle infrastrutture militari. Le risorse per le forze armate sono quest’anno complessivamente 25 miliardi di euro: portarle oggi al 2% del Pil significherebbe un incremento di 13 miliardi. Quale significato concreto ha aumentarle da qui al 2028? Il Pil varia ogni anno: di quanto cresceranno anno per anno gli stanziamenti, in un’ottica principalmente nazionale? Quale sarà la loro entità finale? Domande senza risposta, perché errata è l’impostazione di fondo. L’aumento delle spese militari non ha niente a che vedere con il diritto dell’Ucraina di difendersi dall’aggressione della Russia né con il nostro dovere di sostenerla: il collegamento strumentale che viene fatto per meglio far accettare la scelta di una crescita dei fondi per gli armamenti rischia anzi di determinare un indebolimento del sostegno popolare alla causa dell’Ucraina. Decisioni relative alle spese militari non possono essere prese sotto la pressione di emozioni del momento (come sta facendo l’Amministrazione Biden con un aumento del 4% della spesa militare nel budget per l’anno fiscale 2023, giustificato “per rispondere con forza all’aggressione di Putin contro l’Ucraina”) e soprattutto senza il coinvolgimento dei cittadini in un reale confronto pubblico. Gli Stati democratici hanno il dovere di garantire anche la nostra sicurezza collettiva, ma nel nostro tempo essa non si realizza attraverso una corsa nazionale al riarmo e occorre che non sia in contrasto rispetto alla necessità di assicurare beni pubblici primari, quali il diritto alla salute, all’istruzione, al lavoro, all’ambiente, al superamento di povertà e disuguaglianze. Nella costruzione di forze armate europee, nel quadro dell’alleanza euro-atlantica, è indispensabile ripensare funzione e ruolo della Nato: queste decisioni non rappresentano un “dopo” rispetto a scelte consapevoli e lungimiranti di una sicurezza non più declinabile nazione per nazione: sono contestuali!

Rivolgiamo un appello al Parlamento e al Governo: si cambino le scelte sull’aumento delle spese militari, niente è ancora irreversibile, e si approvi il Trattato di proibizione delle armi nucleari! Come ha detto Papa Francesco: “E’ l’ora di abolire la guerra, di cancellarla dalla storia dell’umanità, prima che sia la guerra a cancellare l’umanità!”. L’Italia sia di esempio su questa strada. Piuttosto che applaudire quelle parole, contraddicendole poi con decisioni che confermano la pericolosa corsa al riarmo.

Promotori: Rosy Bindi, Vannino Chiti, Silvana Amati, Daniela Belliti, Ilaria Bugetti, Andrea Cecconi, Felice Scalia, Antonino Mantineo, Paolo Corsini, Izzedin Elzir, Marco Filippeschi, Claudio Martini, Simone Viliani, Walter Tocci, don Armando Zappolini, Stefano Zecchi.  

Adesioni nella comunità di Messina e provincia.

1. Felice Scalia, gesuita
2. Antonino Mantineo, docente Università Catanzaro
3. Luigi Mariano Guzzo, docente Università Catanzaro
4. Vittoria Strazzeri, medico
5. Anna Notarbartolo, psicologa
6. Patrizia Pulejo, docente Università Messina
7. Rosanna Rizzo, volontaria
8. Eleonora Bono Basile, volontaria
9. Giovanni Caola, Docente Università Messina
10. Margherita Messina, volontaria
11. Carmelo Labate, docente Conservatorio Messina
12. Daniela Caccamo, ricercatrice Università Messina
13. Rosaria Ottanà, docente Università Messina
14. Anna Maria Garufi, Presidente CNCA Sicilia
15. Giuseppa Alizzi, operatrice sanitaria
16. Guido Signorino, docente Università Messina
17. Antonia Mondio, volontaria
18. Maria Rosa Caminiti, volontaria
19. Antonietta Mondello, volontaria
20. Rosanna Fiumanò – Psicologa
21. Alessandro Grasso- Anpi
22. Dario Russo – Docente
23. Elina GugluzzoAnpi
24. Roberta Viola – Anpi
25. Angela Cacciola – Anpi
26. Enzo Bertuccelli – Anpi
27. Paola Fazio – Anpi
28. Anna Maria Vaccarino – Anpi
29. Ciccio MucciardiAnpi
30. Paola CalatozzoAnpi
31. Riana Civile – Anpi
32. Patrizia CaminitiAnpi
33. Piero Sorboli – Pittore
34. Mauruizio Rella – docente
35. Carmelo Puglisi – Anpi
36. Alessandra Minniti – Volontaria
37. Nunziato AdornettoAnpi
38. Rosanna Salvo – Docente
39. Loredana Raffa – Anpi
40. Marco CorraoAnpi
41. Salvo Trimarchi – libraio
42. Paola Pompejano – docente
43. Daniele ompejano – Università di Messina
44. Gino Vecchioni – Anpi
45. Giacomo GugliandoloAnpi
46. Maria Raccuia Barone – Anpi
47. Rosa Elisa La Rosa – Anpi
48. Rosa Raffa – Anpi
49. Angela Flocco – docente
50. Maria RavesiAnpi
51. Francesco Mantineo – Volontario
52. Tindaro Bellinvia – Sociologo
53. Antonio Nunzio IsgròAnpi
54. Beniamino Ginatempo – Università Messina
55. Giuseppe Currenti – Impiegato
56. Mariangela Pizzo – Anpi
57. Pippo Martino – docente
58. Martino Federico – Università di Messina
59. Orazio Grimaldi – Emergency Messina
60. Santina Errigo – Anpi
61. Aldo TrifilettiAnpi
62. Tonino Cafeo – giornalista
63. Santino Bonfiglio – docente
64. Luigi Guzzo – Università Pisa
65. Silvana Salandra – docente
66. Teresa Frisone – docente
67. Giuseppe Risitano – docente
68. Paolo Chiarello – Anpi
69. Fausto Clemente - Anpi