22 Aprile 2022 Giudiziaria

L’INCHIESTA ‘MAGNIFICA’: LE ACCUSE AL PROF. MESSINESE GIUSEPPE FERA

DI EDG - Non c'è solo la vicenda che riguarda l'esposto e le numerosissime denunce presentate negli anni dall'architetto messinese Clara Stella Vicari Aversa nell'indagine 'Magnifica' della procura di Reggio Calabria sul 'sistema concorsi' all'Università Mediterranea e che ha coinvolto un altro architetto peloritano, Antonello Russo, tra i 52 indagati dell'operazione. Nell'inchiesta risulta indagato anche il professore ordinario di urbanistica nella facoltà di architettura Giuseppe Fera, 72 anni, accusato di aver agevolato (da presidente della commissione esaminatrice) la 31enne candidata Maria Teresa Lombardo mediante la previa conoscenza delle tracce d'esame.

In una conversazione con il professore Marcello Zimbone, il professore Fera si informa sui concorsi per il dottorato, essendo interessato a fare partecipare una sua allieva ("è una delle persone a cui tengo di più che venga dentro"), Maria Teresa Lombardo. Zimbone: Io non mi occupo del dottorato però - Fera: Ti sto dicendo se non te ne puoi occupare fai quanto meno in modo che non le rompano i... - Zimbone: ma non credo che lui (Pasquale Catanoso, ndr) romperà i coglioni!.

Nel corso del dialogo Zimbone evidenzia a Fera la necessità, per segnalare la Lombardo, che venga nominata la commissione, in modo da individuare i soggetti a cui rivolgersi. Ma successivamente Fera viene nominato Presidente della commissione "per cui la soluzione diventa più agevole".

In un'altra intercettazione tra i professori Santini e Neri, scrive il gip, Santini denuncia come Fera, "approfittando di difficoltà contingenti degli altri membri della commissione a riunirsi per presentare ciascuno le proprie proposte tematiche, abbia deciso le tracce del tema, procedendo alla chiusura delle buste". "Dalle parole del Santini - è scritto nella misura cautelare - si evince che mancava parte della commissione e che Villari, assente nemmeno avvisato, era adirato per questa condotta".

"La gravità della gestione operata dal Fera - scrive il gip Vincenzo Quaranta - risiede nella violazione della norma della estrazione casuale della traccia d'esame nell'ambito di una rosa di più tracce non conoscibili preventivamente dai candidati, e predisposte dalla Commissione nella sua interezza. Occorre rilevare, quindi, la sussistenza di un comportamento di abuso da parte del Fera. Tale condotta risulta casualmente legata all'utilità finale: la Lombardo, agevolata dalla previa conoscenza delle tematiche selezionate per la prova, si è collocata al quinto posto della graduatoria di merito con borsa di studio di Catanzaro".

L'INTERCETTAZIONE

Santini: uno che sta rimestando è Fera che è uno stronzo veramente, sai che ha fatto? - Neri: lo scopriamo adesso? che ha fatto? - Santini: dico, tu che ti lamenti il dipartimento tutto, bisogna rifondare tutto, partecipazioni etc e lui c'ha l'incarico di presidente e sta facendo cazz...i cazzi suoi si sta facendo, compreso dei temi, che ha dato due temi di nominativo perchè la sua sa il tema che deve uscire no! - Neri: Certo, certo - Santini: non puoi arrivare tu col tema e gli altri non te lo cambiano... perchè è evidente che c'è un interesse, cioè è una vergogna e questo parla di democrazia dopo che l'Ateneo gli ha salvato il culo un sacco di volte per tutti i casini che ha combinato...".

"Ad avviso di questo giudice - scrive il giudice delle indagini preliminari Quaranta - gli elementi che emergono dalla conversazione lasciano ipotizzare a carico di Fera, nella sua veste di componente della commissione giudicatrice, condotte sicuramente dirette a favorire il suo candidato. Egli aveva manifestato, ancor prima della nomina della commissione giudicatrice, l'interesse per una determinata persona, ritenendo che dovesse entrare e le conversazioni hanno fatto emergere gravi anomalie con riferimento alla predisposizione delle tracce scritte e la cosa più grave è rappresentata dal fatto che la sua candidata le abbia avuto in anticipo. Il comportamento del Fera è sicuramente contrario alle regole di condotta previste da disposizioni statali che impongono trasparenza e promozione del merito. E risulta violato il principio di imparzialità. Per la configurabilità nel caso concreto dell'abuso d'ufficio si richiamano i principi giurisprudenziali. Emerge un ulteriore aspetto - conclude il gip - che concorre a delineare il contesto che esiste presso l'Ateneo reggino ed in particolare la circostanza per la quale Neri e Santini, sebbene avessero contezza di tali abusi, non adottavano nessuna iniziativa. Non si fa fatica a capire le ragioni di tale atteggiamento e si è visto che vi sono determinati equilibri interni che se saltano possono mettere a rischio gli interessi dei vari attori...".