20 Maggio 2022 Giudiziaria

I NOMI – CORRUZIONE E ACCESSO ABUSIVO ALLE BANCHE DATI. SEQUESTRO A MESSINA DI UNA SOCIETA’ DI DISBRIGO PRATICHE

I finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari reali emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un presunto sodalizio criminale, composto da imprenditori e pubblici dipendenti, con base a Palermo ed operante anche in Sardegna, Campania ed Emilia Romagna.

In dettaglio, sono state sottoposte a sequestro preventivo tre aziende di recupero crediti con sede in Palermo, Messina e Riccione, nonché disponibilità finanziarie per un valore di oltre 77 mila euro, pari al profitto delle ipotizzate condotte corruttive.

Gli indagati, in totale 16 tra persone fisiche e giuridiche, sulla base degli elementi probatori allo stato raccolti, sono indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, corruzione, accesso abusivo alle banche dati, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio, nonché responsabilità amministrativa degli Enti dipendente dagli anzidetti reati.

Le indagini, condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo - Gruppo Tutela Spesa Pubblica sono state originate da una segnalazione della funzione ispettiva della Direzione Centrale Risorse Umane dell’INPS e si sono sviluppate attraverso due distinti filoni investigativi.

Il primo ha permesso di ipotizzare l’esistenza di una associazione criminale composta da un dipendente dell’INPS di Palermo e tre imprenditori operanti nel settore del recupero crediti, attraverso due società, una con sede a Palermo e l’altra con sede a Riccione.

In particolare, i titolari delle due società avrebbero corrotto il dipendente dell’INPS in ser-vizio nel capoluogo siciliano al fine di reperire informazioni riservate in merito alla posizione lavorativa e contributiva di ignari utenti dell’ente previdenziale, nei cui confronti avevano ricevuto da terzi l’incarico di recuperare dei crediti.

Grazie anche alle segnalazioni effettuate dalla struttura di Audit dell’INPS, sono stati ricostruiti circa 6000 possibili accessi abusivi effettuati dal funzionario coinvolto nei con-fronti di oltre 800 nominativi.

Per l’attività illecita verosimilmente prestata, il pubblico funzionario avrebbe ricevuto a ti-tolo di remunerazione, e dunque quale prezzo della corruzione, la somma di circa 17.000 euro.

Il secondo filone investigativo (quello messinese per intenderci, ndr) ha riguardato, invece, le condotte illecite che i suddetti imprenditori avrebbero posto in essere una volta venuta meno la figura del funzionario INPS, nel frattempo sospeso dall’ente previdenziale.

In tale contesto è emersa la figura di un dipendente del Comune di Quartu Sant’Elena (CA), che risulterebbe aver ugualmente compiuto numerosi accessi abusivi alle banche dati a lui in uso in ragione del suo lavoro per fornire informazioni riservate afferenti a soggetti debitori, ottenendo in cambio somme di denaro per un ammontare pari a 8.000 euro.

Contestualmente, è emerso che, per le medesime finalità, il titolare della società romagnola avrebbe avviato ulteriori contatti con una ditta di disbrigo pratiche di Messina e con una ditta di investigazioni private di Salerno.

Al riguardo, sarebbe emersa la figura di un dipendente dell’INPS, questa volta impiegato presso la sede di Napoli – Soccavo, il quale, in base agli elementi raccolti, avrebbe reperito informazioni riservate tramite numerosi accessi abusivi ai sistemi informatici non solo a favore della suddetta ditta peloritana, ma anche per professionisti e dipendenti di società di consulenza amministrativa campani, ricevendo in cambio somme di denaro.

In ragione del fatto che il GIP, pur riconoscendo integralmente le prospettazioni accusatorie, non ha ritenuto di disporre misure cautelari personali nei confronti dei responsabili, la Procura della Repubblica ha inteso impugnare l’ordinanza innanzi al Tribunale del Riesame, che ha disposto gli arresti domiciliari nei confronti dell’imprenditore di Riccione e l’interdizione dall’esercizio di attività imprenditoriale per sei mesi per l’amministratore di fatto della società palermitana.

L’esecuzione delle misure è sospesa fino al momento in cui la decisione diverrà definitiva.
L’attività investigativa evidenzia ulteriormente il perdurante impegno della Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, nel contrasto alla corruzione e al malaffare, a tutela dei cittadini onesti.

I nomi

Gli indagati nell’operazione della Guardia di Finanza «Interrogazione a sorpresa» sono:

Santo Di Lorenzo, 60 anni, Palermo, funzionario Inps Palermo, già sospeso; Francesco Covone, 64 anni, Napoli, funzionario Inps Soccavo; Franco Pusceddu, 58 anni, di Sinnai (Ca), funzionario Comune Quartu Sant'Elena; Vincenzo Lentini, 67 anni, Palermo, amministratore di fatto della ditta individuale Toke Credit, il Riesame ha disposto la misura interdittiva del divieto di esercitare attività imprenditoriale per 6 mesi; Serafina Torino, 64 anni Palermo, titolare della ditta individuale Toke Credit; Graziano Spano, 70 anni, di Riccione, rappresentante legale della Legal Promo srl, il Riesame ha disposto la misura degli arresti domiciliari; Antonio Drommi, 55 anni Messina, rappresentante legale della Adr Group srl; Teresa Miccio, 62 anni Napoli, dipendente di una società di consulenza amministrativa: Antonio Arnaldo Porcato, 65 anni di Napoli, dipendente della società di consulenza amministrativa Cafasso &co Srl; Ciro Vaccaro, 56 anni di Napoli, consulente del lavoro, Giovanni Esposito, 57 anni di Napoli, commercialista; Carlo Bertini 67 anni di Napoli, rappresentante legale di una società di elaborazione dati; Enrico Cafiero 59 anni di Napoli, rappresentante legale della società di recupero crediti Contact Crc sas; Giancarlo D’Amore, 50 anni, Salerno, investigatore privato.

Sono state sequestrate le imprese: Legal Promo srl con sede a Riccione (Rn) agenzia recupero crediti"; Adr Group srls Messina, agenzia disbrigo pratiche e la ditta individuale Toke Credit Palermo, agenzia recupero crediti.

LA NOTA DEI LEGALI DI ANTONIO DROMMI.

"Si è documentalmente provata l'assoluta liceità dell'attività posta in essere dal sig. Drommi, finito solo casualmente nel focus investigativo attesa la sua attività professionale - scrivono in una nota gli avvocati Gabriele Lombardo ed Avvocato Salvatore Todaro. “Vale la pena ricordare che il nostro Assistito - quale titolare di società di evasione pratiche - otteneva i cd report richiesti dalla clientela attraverso società munite di regolare licenza prevista dall'art.134 tulps e giammai da funzionari infedeli. Il coacervo delle intercettazioni ha restituito un dato di assoluta mancanza di interlocuzioni tra il nostro assistito e funzionari pubblici. Del resto anche per questa ragione, il Tribunale del Riesame di Palermo adito ex 310 cpp ha rigettato la richiesta di applicazione della misura degli arresti domiciliari avanzata dalla DDA di Palermo. Auspichiamo una immediata risoluzione delle vicenda già foriera di plurimi danni di natura economica e personale a carico del nostro Assistito, e dei dipendenti della società".