11 Giugno 2022 Attualità

MESSINA, ANCHE QUESTA VOLTA SARA’ UN MERCIMONIO DI VOTI? NON VOTATE CHI VI HA TRADITO. NELLE LISTE TANTI IMPRESENTABILI, MERCENARI, PRESTANOMI E (S)PREGIUDICATI

Di Edg - Candidati per conto di condannati rimasti dietro le quinte, prestanomi e prestavolti, e poi sorelle, fratelli, cognati, figlie, galoppine e galoppini, ‘u figghiu di’, ‘vadda che chistu è u me candidato…’. Anche queste elezioni amministrative verranno ricordate per il degrado dei suoi rais principali, tornati da protagonisti dopo una breve 'pausa giudiziaria', incidenti di percorso per chi ha fatto dell’illegalità e della spregiudicatezza il senso della propria vita. Sono i 'big sponsor', gente senza scrupoli che ha ridotto Messina a terra di nessuno. Sfacciati alcuni, rimasti nell’ombra gli altri. Ma il loro comune intento è quello di riprendersi la città o continuare a depredarla. In fondo sono sempre gli stessi e non sono cambiati nemmeno dopo le condanne, gli scandali e le cattive amicizie mai rinnegate, né prima né durante né dopo il carcere.
Ho amato e amo questa città come nessun’altra cosa al mondo. Nel corso di questi ultimi anni l’ho amata, se possibile, ancora di più. E mi è successo ogni volta che mi capitava di leggere per lavoro le centinaia di carte giudiziarie, tra misure cautelari e informative, in cui si rendevano pubbliche intercettazioni e relazioni di servizio in cui notabili, politici, professionisti, imprenditori, venivano scoperti di volta in volta a rubare futuro e speranza a quella parte di città che crede nella bellezza della vita. Traditori seriali, anime grigie. La borghesia mafiosa, che di questo paradiso naturale si è soltanto nutrita senza lasciare nulla di buono. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Un tessuto sociale strappato, interi quartieri abbandonati a se stessi e totalmente controllati da poche famiglie che gestiscono il territorio come cani da guardia, una lenta agonia dove è soltanto il tempo a scorrere via.
Chi ha potuto leggere e poi pubblicare questi crudi spaccati di società malata in salsa peloritana, e stampalibera lo ha fatto non risparmiando niente e nessuno (‘manettari’, ‘giustizialisti’, ‘sbirri’, quante ne abbiamo dovute sentire…), si è potuto rendere conto come a comandare le dinamiche dei Palazzi che contano sono soltanto spregiudicatezza, a volte semplicemente miseria umana, ovviamente avidità, e la convinzione di poterla fare alla fine sempre franca.
Tante le inchieste (Corsi d’oro, Matassa, Terzo livello, Provinciale, Regionali, Beta, quelle su Barcellona etc) della procura di Messina che ci hanno rivelato come ad ogni elezione, che siano amministrative, regionali o nazionali, la macchina di galoppini, ‘animali’ elettorali, massoni e mafiosi accende i motori senza fermare mai la sua corsa.
Le coraggiose inchieste, in questo ultimo decennio, di magistrati come Sebastiano Ardita, Liliana Todaro e Fabrizio Monaco, tanto per citarne alcuni, a prescindere da come siano andate a finire, le vie della giustizia, lo sappiamo, sono infinite, hanno acceso i riflettori su quello che gli inquirenti definiscono "il mercimonio di voti", ma anche favori, piccoli e grandi e l'assenza totale di senso dello Stato.
Quelle indagini hanno dimostrato, per esempio, come le elezioni comunali del 2013, ma poi le regionali del 2017 e le amministrative del 2018, siano state a Messina e provincia una ghiotta occasione per 'dare e avere' in un quadro desolante che non ha risparmiato quasi nessuno. Noti professionisti e disoccupati, dipendenti pubblici e privati. Tutti interessati a beneficiare di qualcosa, che sia una bolletta della luce pagata, un posto di lavoro o uno all’interno di un cda.
Rimangono impressi i numerosi episodi commessi a volte senza alcun pudore e registrati attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e di videoriprese dove sono riportate le richieste di voti in cambio di favori.
Pensare che non stia succedendo anche in queste ore per queste elezioni è soltanto da stupidi, ingenui o ancora peggio bugiardi.
La presenza di alcuni assessori nominati in questa campagna elettorale dovrebbe fare vergognare chi la nomina l’ha fatta, ma anche chi di voi li andrà a votare.
Il fatto che dal punto di vista giudiziario ne siano usciti ‘puliti’, 'prescritti' o con le accuse ridimensionate, non sposta di un centimetro la questione che è, oltre che giudiziaria, prevalentemente morale.
Non cercatevi più alibi, certi nomi sarebbero dovuti scomparire dal panorama politico e invece ce li ritroviamo attori e attrici protagonisti anche oggi. E allora è, mai come adesso, necessario condannarli all’oblio.
Volete degli esempi? Dovremmo scrivere un libro e non un semplice post.
Nell’inchiesta ‘Provinciale’ il boss Sparacio in una intercettazione raccontava di come avrebbe garantito voti a Fondo Pugliatti nel 2013 ad un altro assessore designato di queste amministrative 2022; "Dove li ha presi i voti? tutti qua li ha presi...poi non è salito ma...ma quei 400 voti glieli ho fatti prendere qua, glieli ho fatti prendere sicuro")". "L'80% li ha presi tutti qua, al Fondo Pugliatti tutta la gente", sottolineando che il Fondo Pugliatti è sotto il loro controllo.
Ma queste sono ormai soltanto parole impresse su carte ingiallite archiviate in qualche armadio di Palazzo Piacentini.
La via giudiziaria non può e non deve essere l’unica via per liberarci dal malaffare e dal degrado.
Adesso tocca a voi.
Buon voto (o no voto) a tutti!