Al carcere di Gazzi gruppo di detenuti aggredisce un agente di polizia
Momenti di tensione nel pomeriggio di ieri nel carcere di Gazzi, dove un gruppo di detenuti palermitani, ha aggredito e ferito un agente di polizia penitenziaria scatenando un’escalation di aggressività nel resto della popolazione detenuta. Il poliziotto ha riportato contusioni e lesioni al viso, per le quali sono state necessarie immediate cure mediche all’interno della struttura detentiva, ed in seguito è stato trasportato nel nosocomio più vicino.
La pronta reazione dei poliziotti penitenziari intervenuti tempestivamente, ha permesso di scongiurare che la situazione mettesse a repentaglio l’ordine e la sicurezza dell’intero Istituto.
"Si tratta dell’ennesimo episodio di violenza ai danni del personale di Polizia penitenziaria - dice Antonio Solano, Coordinatore Regionale della Sicilia, del sindacato SINAPPE - non possiamo più accettare che vengano reiterati episodi di questa natura ai danni dei rappresentanti dello Stato, che quotidianamente espletano con spirito di sacrificio e dedizione il loro servizio istituzionale. È necessario contrastare con fermezza questi ignobili episodi di violenza che, soprattutto negli ultimi anni, stanno diventando troppo frequenti. Pur in una situazione di grave carenza di personale presso la Casa Circondariale di Messina, continua Solano, i colleghi intervenuti hanno permesso di scongiurare il peggio. L’organico ridotto, soprattutto nel periodo estivo, costringe il Personale ad operare in situazioni di grande difficoltà, con il controllo contemporaneo di diverse tipologie di detenuti. Per fortuna, aggiunge Solano, si tratta di un numero minore di detenuti a mostrare difficoltà nell’accettazione delle regole penitenziarie, insofferenza che si traduce in atti di denigrazione ed aggressione, sia fisica che verbale, ai danni del personale in servizio. Secondo Solano, sono innumerevoli le richieste effettuate al Ministro della Giustizia, affinché si possa potenziare l’organico di cui effettivamente necessita il Carcere di Messina, scongiurando così il rischio di minare quasi quotidianamente l’ordine e la sicurezza degli operatori in servizio. Consideriamo inoltre, dice Solano, che la difficoltà di operare in queste condizioni, mina il benessere psicologico dei colleghi, consapevoli di non possedere gli strumenti necessari per operare in sicurezza; pensiamo ad esempio all’utilizzo del taser, quale strumento utile per fronteggiare la sicurezza personale degli operatori all’interno delle sezioni. Speriamo che, in tempi celeri, l’amministrazione penitenziaria possa adottare le soluzioni migliori affinché, conclude Solano, si possano risolvere concretamente le gravi problematiche che le carceri italiane si trovano costantemente ad affrontare. Il SINAPPE formula gli auguri di pronta guarigione al poliziotto vittima dell’ennesimo episodio di violenza".