27 Luglio 2022 Cultura

Bibliocabine rimosse: Elio Conti Nibali e la “teoria delle finestre rotte”. «La cultura e la civiltà della bellezza hanno bisogno di impegno e pazienza»

Arrivano le prime reazioni a caldo dopo la rimozione delle bibliocabine di Piazza del Popolo e via Garibaldi, da tempo in stato di abbandono, che sono state smantellate “per ragioni igienico-sanitarie”, come ha spiegato l’assessore Massimiliano Minutoli. A prendere posizione sull’argomento è il neonato movimento “Gruppo Cartacei”, che si appella all’Amministrazione ed espone degli striscioni cn la scritta “Non toglieteci la cultura perché non sapete come gestire l’inciviltà”.
«Dopo molti inclassificabili atti e dimenticanza cittadina le due bibliocabine sono state rimosse perché utilizzate come “vespasiani e ricettacolo di rifiuti” come ha detto l’Assessore Minutoli. Nel frattempo due settimane fa – dopo l’ennesimo atto di maleducazione – , alcuni cittadini, avevano iniziato a discutere per formare un gruppo che si sarebbe occupato delle ex cabine telefoniche. C’erano delle idee già in circolazione tra cui: organizzazione della pulizia settimanale; smistamento dei libri; strutturazione di eventi culturali nei luoghi vicino alle bibliocabine. Visto il periodo non particolarmente appropriato per iniziare, avevamo deciso di far slittare l’inizio di questo percorso a settembre. C’era stata una vera e propria mobilitazione, perché seppur non molto utilizzate, le bibliocabine, hanno un peso culturale considerevole.  La Bibliocabina sono un esperimento che nel 2015 furono donate dalla Telecom alla comunità, nonostante critiche e pesante scetticismo: solo perché a Messina la normalità non è contemplata e la bellezza non sembra generatrice di bellezza. Anche se noi crediamo possa ancora essere diverso. Siamo sognatori e pensiamo che con un po’ di cura da parte di tutti ogni luogo possa diventare vivibile. Le Bibliocabine nascono dalla voglia dei cittadini di diffondere rispetto e senso civico, per far respirare cultura e vita, per essere una città civile. Perciò ci appelliamo all’Amministrazione comunale, al Sindaco e al al Consiglio Comunale affinché questa esperienza sia condivisa e non muoia com’è di norma per Messina. Noi continuiamo a immaginare la gente che passa, prende un libro, si ferma e si siede su di una panchina a leggere. Immaginiamo chi vuole leggere e non ha la possibilità, trovare nella Bibliocabina un’oasi nel deserto. Immaginiamo che i libri nascondano un tesoro che si passi di mano in mano per rendere ricca e libera ogni persona che lo sfoglia. Aspettiamo dai cittadini il giusto coinvolgimento per il prossimo futuro quando chiederemo un incontro con l’Amministrazione per non disperdere i tentativi di rigenerazione di chi, prima di noi, ha pensato alla comunità tutta e al territorio, rinnovando un senso comune verso luoghi e persone, da proteggere e custodire. L’Amministrazione non può credere che la soluzione sia la rimozione delle particelle culturali come le bibliocabine, piuttosto, deve aumentarle, per contrastare l’eccesso di inciviltà. Ci aspettiamo che il Sindaco, l’Assessore alla Cultura e l’Assessore all’Arredo Urbano e Spazi Pubblici possano incontrarci per discutere e scegliere dei luoghi dove poter installare delle nuove bibliocabine».
Ad intervenire è anche Elio Conti Nibali: «La decisione di eliminare le bibliocabine, vandalizzate e divenute ricettacolo di immondizia, lascia molto rammarico in chi le aveva realizzate. Si rafforza, al contrario, la convinzione di tanti cittadini che non ci sia niente da fare contro l’inciviltà ed il vandalismo in questa derelitta città. Nulla di nuovo, comunque. Fenomeni di questo tipo sono studiati da decenni da psicologi e criminologi, con l’elaborazione addirittura nelle Università statunitensi di una teoria, quella delle “finestre rotte”, che ha indicato con chiarezza come agire in queste situazioni per generare processi virtuosi, partendo da situazioni di estremo degrado. In breve sintesi, gli studiosi di psicologia sociale ci insegnano che se lasciamo per strada automobili abbandonate e con i vetri rotti, si trasmetterano messaggi di disinteresse ed incuria, sensazioni di assenza di norme e del fatto che tutto è inutile. Nello stesso modo, se si rompe un vetro in una finestra di un edificio e non viene riparato, saranno presto rotti tutti gli altri. Al dunque, se una comunità, di fronte a segni di deterioramento non interviene prontamente la situazione degenererà. Se gli spazi pubblici (e le bibliocabine), vengono vandalizzati e nessuno provvede al ripristino, questi luoghi saranno abbandonati dalla maggior parte delle persone e questi stessi spazi saranno progressivamente occupati dai bulli di quartiere, pronti per le loro bravate. La soluzione quindi non dovrà essere mai la resa -le eliminiamo e togliamo il problema-, al contrario istalliamone altre, prevediamo la “manutenzione continua”, puliamole quotidianamente e resisteranno anche da noi. La cultura e la civiltà della bellezza hanno bisogno di impegno e pazienza: ci sono riusciti nel Bronx, perché non dovremmo farcela a Piazza del Popolo ?