22 Settembre 2022 Giudiziaria

Arrestato il sottufficiale della Guardia di finanza Giuseppe Sottile. E’ accusato di estorsione aggravata

Arrestato dai carabinieri, all’alba di ieri, nella sua casa di Milazzo, perché accusato di estorsione aggravata, un sottufficiale della Guardia di finanza in servizio a Reggio Calabria. Si tratta del brigadiere capo Giuseppe Sottile, 51 anni, per il quale su richiesta del sostituto procuratore di Barcellona Carlo Bray che ha ereditato l’indagine dal pubblico ministero Matteo De Micheli, il gip del Tribunale di Barcellona Giuseppe Sidoti ha emesso nei confronti del finanziere indagato una ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Come scrive Leonardo Orlando, che ha pubblicato la notizia esclusiva sul quotidiano Gazzetta del Sud, il militare delle Fiamme gialle, per portare a termine l’estorsione nei confronti della madre di un tossicodipendente, avrebbe agito in concorso con il calabrese Emanuele Laganà, che avrebbe svolto le funzioni di emissario. L’estorsione avvenne mediante minacce consistite nel proferire alla vittima, una donna di 79 anni, frasi minatorie nei confronti del figlio che la donna voleva salvare. Vittima che sarebbe stata costretta a consegnare 12.000 euro, piombando in uno stato di apprensione per raccogliere la somma pretesa, con conseguente danno per l’anziana signora la quale aveva temporaneamente nascosto il denaro al fine di evitare che il figlio lo utilizzasse per acquistare sostanza stupefacente.

Giuseppe Sottile, secondo l'accusa, sarebbe l'ideatore e l'organizzatore. Oltre a dirigere l'azione, avrebbe fornito al calabrese Emanuele Laganà le informazioni sulle minacce da proferire nei confronti della vittima, il telefono e la sim con cui effettuare le telefonate minatorie, oltre alle indicazioni stradali per raggiungere il luogo in cui prelevare il denaro. L'emissario, oltre alle telefonate minatorie, ha poi prelevato la borsa, al cui interno vi era il denaro, lasciata dalla donna presso l'edicola votiva di via Bastione di Milazzo.

Giuseppe Sottile è adesso rinchiuso nel carcere di Termini Imerese.

La vittima, la madre di un tossicodipendente che voleva salvare il figlio abituale consumatore di cocaina, appartiene a una famiglia di noti vivaisti di Milazzo che avevano trasferito l'attività al figlio fornendogli anche denaro che lo stesso avrebbe in parte utilizzato per comprare cocaina.

Il finanziere, anch'egli di Milazzo in servizio a Reggio Calabria, era stato contattato dalla donna in quanto vicino di casa della stessa che chiedeva di essere aiutata a tenere lontano gli spacciatori che rifornivano il figlio di cocaina.

Da quel momento, dopo l'intercessione del finanziere che sarebbe risultato in contatto con malavitosi di Reggio Calabria, la donna avrebbe ricevuto numerose telefonate effettuate da un presunto complice del finanziere che si presentava come mediatore sostenendo che il figlio della donna aveva debiti con spacciatori per 38 mila euro. La donna disse che non poteva pagare e ottenere una dilazione consegnando, comincia i carabinieri appostati in zona, 12mila euro di acconto.