30 Settembre 2022 Giudiziaria

LA SENTENZA: PENA RIDOTTA AD UN ANNO PER MIMMO CECERE. ERA ACCUSATO DI STALKING

Riduzione di pena in appello per il 49enne ex portiere casertano Domenico “Mimmo” Cecere, accusato di stalking. Il collegio di secondo grado presieduto dal giudice Bruno Sagone ha ridotto da un anno e due mesi a un anno la pena decisa in primo grado, e lo ha assolto «dal reato ascrittogli limitatamente alle condotte tenute» ad alcune persone coinvolte inizialmente, con la formula «perché il fatto non sussiste». Questo nonostante l’accusa avesse chiesto la conferma della condanna di primo grado e di tutto il quadro globale delle contestazioni.

Il carcere

Mimmo Cecere avrebbe dimostrato "un' indole refrattaria al rispetto delle restrizioni imposte dall'autorità giudiziaria da rendere la misura cautelare (degli arresti domiciliari) del tutto inefficace ed inidonea a salvaguardare le esigenze di cautela poste a fondamento del provvedimento di rigore". Con questa motivazione il giudice Simona Monforte, il 5 luglio 2021, aveva ritenuto necessario revocare la misura degli arresti domiciliari decisi il 14 giugno e poi l'1 luglio ed aveva applicato la custodia cautelare in carcere per l'ex campione 48enne di Caserta, accusato di maltrattamenti e lesioni personali.

Le accuse

Domenico 'Mimmo' Cecere era accusato, per un periodo che va dall'ottobre 2020 fino al 5 gennaio 2021, di aver contattato la vittima in modo insistente, con messaggi whatsapp, lasciandole biglietti e vecchie foto sotto la porta di casa, introducendosi dentro casa dal balcone, chiedendole informazioni sui suoi spostamenti e sulle sue frequentazioni, pedinandola e seguendola anche sul posto di lavoro, nel garage sotto casa, suonando ripetutamente al citofono di casa, causandole "un perdurare e grave stato di ansia nonché un fondato timore per l'incolumità propria" e delle persone vicine.

Le reiterate evasioni dagli arresti domiciliari

Gli agenti della Squadra Mobile, il 10 giugno 2021, avevano dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare degli arresti domiciliari, emessa dalla Corte di Appello di Messina, nei confronti di 'Mimmo' Cecere. La misura aveva sostituito quella del divieto di avvicinamento alla quale l’uomo era stato già sottoposto nel settembre del 2020.

Gli accertamenti degli agenti infatti avevano fatto emergere che Mimmo Cecere, difeso dall'avvocato Salvatore Silvestro, aveva violato quanto impostogli, presentandosi presso l’abitazione della vittima e contattandola con messaggi telefonici: ciò aveva reso necessario l’aggravamento della precedente misura finendo ai domiciliari.

Il 14 giugno l'ex idolo della tifoseria messinese si fa però trovare fuori dall'abitazione. Si fa infatti sorprendere comodamente seduto al tavolino del Golden Bar di via Tommaso Cannizzaro a consumare un caffè. Alla vista della polizia tentava di allontanarsi per sottrarsi al controllo e una volta fermato ed identificato si giustificava dicendo che si stava dirigendo al proprio esercizio commerciale 'Vittorio Reale' di via Tommaso Cannizzaro e di dovere andare successivamente da un avvocato. Viene arrestato e rimesso ai 'domiciliari'.

L'1 luglio l'ex portiere del Messina ci ricasca e si fa nuovamente trovare fuori da casa, luogo di esecuzione della misura cautelare violata, in tenuta sportiva dopo aver svolto attività fisica.

Dopo la seconda volta è stata quindi decisa non più la detenzione in casa, ma la detenzione in carcere. Così Cecere, l'ex idolo della tifoseria messinese, diventato poi imprenditore e gestore della nota pizzeria Vulkania di Piazza Antonello, viene ristretto presso la casa circondariale di Gazzi.

CHI È

Casertano, 48enne, nato nel 1972 è cresciuto calcisticamente nel Napoli, di cui è stato il terzo portiere nella stagione 1991-1992 in Serie A. Dopo diverse esperienze tra Palermo, Nola, Turris e Bisceglie, è arrivato a Pescara nella stagione 1997-1998, dove ha giocato quattro incontri. Nel gennaio del 1999 è arrivato alla Fermana dove ha vinto un campionato di serie C1 all'ultima giornata, prima di tornare a Pescara e subito nuovamente alla Fermana, con cui ha militato per quasi tutto un campionato di serie B. Poi è arrivato al Messina, nel 2000, quando la squadra militava ancora in Serie C1. È lui il portiere della squadra che vince il campionato ai play off contro il Catania. Nel 2001 è rimasto in compartecipazione fra Messina e Pescara, quindi alle buste la comproprietà è andata al Messina. In estate è passato al Treviso ma già a febbraio è tornato in città, per essere ceduto in prestito al Pescara. Poi viene acquistato dall'Avellino dove trova costanza e un posto da titolare fisso in quattro stagioni. Nel 2011 viene tesserato dal Messina in serie D, e nel dicembre dello stesso anno decide di ritirarsi e inizia la carriera di agente di calciatori e imprenditore.