25 Ottobre 2022 Politica e Sindacato

De Luca sdoppia i gruppi all’Ars: così ci saranno più poltrone e stipendi

Di Claudio Reale - Una sola lista, ma due gruppi. All’approdo all’Ars la pattuglia di Cateno De Luca — otto parlamentari eletti tutti nell’ammiraglia “Sud chiama Nord” — si sdoppia: oltre che nel partito in cui si erano candidati, una parte dei parlamentari confluirà anche nel gruppo Sicilia vera. Una mera mossa formale? No, visto che così a ciascuno dei due gruppi spetteranno un posto nel consiglio di presidenza con il relativo budget per i consulenti, un capogruppo con indennità aggiuntiva, un posto nella conferenza dei capigruppo, un ufficio fisico e la quota minima di personale.

L’interessato, però, ne fa una questione meramente tecnica. «I soggetti giuridici con cui abbiamo portato avanti questo percorso — specifica l’ex sindaco di Messina — sono due. Sicilia Vera, del resto, non è un movimento improvvisato: è nato il 18 marzo 2007, nel giorno del mio trentacinquesimo compleanno. I malpensanti possono dire quello che vogliono ma la nostra storia è chiara». Sicilia Vera, però, ha corso alle elezioni e non ha superato la soglia di sbarramento: secondo i risultati provvisori il nucleo originario del movimento di De Luca ha raccolto il 2,7 per cento dei consensi, molto meno del 5 previsto dalla legge. «Il punto — si difende però De Luca — è che avevamo schierato tutte le candidature più forti in Sud chiama Nord, ma il movimento esiste. Abbiamo fissato per il 3 dicembre la conferenza nazionale del partito a Roma e in vista di quel momento ci stiamo organizzando».

De Luca, dal canto suo, finirà in Sud chiama Nord e ne sarà vicecapogruppo. Con lui ci saranno Ludovico Balsamo (capogruppo), Ismaele La Vardera e Davide Vasta. In Sicilia Vera, invece, confluiranno il capogruppo Salvatore Geraci, il suo vice Matteo Sciotto, Giuseppe Lombardo e Alessandro De Leo. «Avere due gruppi — ammette De Luca — ci permette di poter presentare le liste di Sicilia vera e Sud chiama Nord senza raccogliere le firme». Accadrà ad esempio alle Comunali di Taormina, alle quali l’ex sindaco di Messina ha detto di voler candidarsi l’anno prossimo, ma non nella tornata elettorale in programma fra due settimane, che a Partinico vede ad esempio l’ex leghista Igor Gelarda correre in una formazione che si chiama “De Luca sindaco di Sicilia”.

Il movimento di De Luca, intanto, non rinuncerà ai posti che gli spettano nel Consiglio di presidenza della nascente Assemblea regionale: se i gruppi nascono al momento dell’insediamento del Parlamento — anche se non corrispondono alle liste nelle quali i deputati sono stati eletti — la prassi assegna loro infatti almeno un posto da vicepresidente o da deputato questore o segretario. «Il Consiglio di presidenza? — minimizza però De Luca — Per quanto riguarda gli equilibri parlamentari dobbiamo ancora vedere chi fa il presidente». Non è un’allusione casuale: nelle ultime ore sono circolate diverse indiscrezioni sulla possibilità di un accordo con il pezzo di Forza Italia che fa capo a Gianfranco Micciché. Perché nello stallo post-elettorale l’unica conseguenza del voto è la ricerca di poltrone. Creandone di nuove, se necessario. Fonte: laRepubblica