12 Dicembre 2022 Attualità

Qualità della vita 2022, Messina all’89esimo posto

Le posizioni dall’81ª alla 107ª sono tutte occupate da province del Sud, incluse alcune aree metropolitane come Palermo, Catania, Napoli, Taranto e Reggio Calabria. La classifica sulla qualità della vita stilata da Il Sole 24 Ore per il 2022 (qui il link) lascia fanalino di coda tutto il Mezzogiorno d’Italia, con la Calabria all’ultimo posto e la Sicilia al penultimo. In questa classifica non spicca Messina, che su 109 province della penisola arriva appena 89esima.

Nonostante questo, per sei province su nove siciliane la qualità della vita è migliorata nell’ultimo anno. Si va dall’85° posto di Ragusa, la prima tra le siciliane, alla 105esima posizione di Caltanissetta, la peggiore performance e terz’ultima in Italia. Trapani è la provincia più “virtuosa”, migliorando di 12 posizioni: è 93esima. Cresce di 11 invece Catania (91). Messina e Siracusa, entrambe a +8, salgono in classifica: 89 e 90. Palermo cresce di sette punti, piazzandosi all’88° posto, Ragusa di appena 2 (85esima). Peggiorano le altre: Enna perde 8 posizioni e si attesta al 100° posto in classifica, meno 2 per Agrigento (86) e Caltanissetta (105).

«Dalla classifica 2022 risulta Bologna la provincia italiana in cui si vive meglio – si legge nel report – il capoluogo emiliano torna in vetta alla classifica generale della storica indagine che viene pubblicata ogni anno, dal 1990. Si tratta della quinta medaglia d’oro dopo quelle conquistate nel 2000, 2004, 2011 e 2020. Sul podio ci sono anche Bolzano, habitué della top dieci che quest’anno sale al secondo posto, e Firenze, terza dopo una scalata di otto posizioni rispetto al 2021, che diventano 24 se si fa un salto indietro al 2020. Quello di Firenze è un grande ritorno: per ritrovarla in testa bisogna risalire al 2003, quando vinse la 14ª edizione, nell’anno in cui dilagava la psicosi della Sars e iniziava la guerra in Iraq, oppure al 2015 quando sfiorò il podio, piazzandosi al quarto posto».

Chi peggiora? «Peggiorano, in particolare, le performance di alcune città metropolitane. Milano – che nel 2022 era in seconda posizione– resta nella top ten ma scivola all’ottavo posto sotto il peso degli indicatori di «Ricchezza e consumi» che quest’anno premiano realtà più “piccole”: sempre in testa in «Affari e lavoro», viene penalizzata, tra le altre cose, dalla elevata incidenza (arrivata oltre il 60% in città) dei canoni di locazione sul reddito medio, diventata ormai insostenibile – spiega Il Sole 24 Ore – Roma perde ben 18 posizioni e si attesta al 31° posto, poco sotto Genova (27ª). Alla Capitale va il record negativo nell’indice di litigiosità (cause civili iscritte nei tribunali nel primo semestre di quest’anno) e il terz’ultimo posto nell’indice sintetico che attraverso 12 sotto-indicatori fotografa il benessere delle generazioni più giovani. Seguono Torino al 40° posto (-12 rispetto al 2021), Palermo all’88° e Napoli al 98°, in discesa di otto posizioni: la prima penalizzata dalla scarsa qualità dell’aria e dall’elevata incidenza di crimini denunciati; la seconda dall’alta quota di beneficiari di reddito di cittadinanza e dai modesti depositi bancari; la terza dalla più elevata densità abitativa e dal record negativo di rapine su strada».