14 Febbraio 2023 Giudiziaria

Operazione antidroga “Red Drug”, 7 condanne in appello

Sono sette le condanne in appello nel processo nato dall’operazione antidroga “Red Drug”, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, che un anno addietro ha smantellato un’organizzazione attiva nel primo periodo del lockdown. Al centro delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza un gruppo con base a Messina che operava tra la Sicilia, il Lazio e l’Abruzzo. Ecco la sentenza: Gianpaolo Scimone, 12 anni, senza l’applicazione della recidiva e con le attenuanti generiche; Carmelo Sessa, 15 anni e 4 mesi, con le attenuanti generiche; Maurizio Azzara, 5 anni con le attenuanti generiche; Gregorio Fiumara, 7 anni e 4 mesi, con le attenuanti generiche considerate equivalenti alla recidiva; Francesco Minissale, 5 anni e 8 mesi, con le attenuanti generiche; Flaminio Fiorelli, 6 anni e 4 mesi con le attenuanti generiche; e infine Mario Spinelli, 4 anni, 5 mesi e 10 giorni più 20mila euro di multa.
È stato poi assolto da tutte le accuse l’ottavo imputato, Piero Lombardo, sia dal reato associativo che dagli altri casi contestati, con la formula “per non aver commesso il fatto”. Quindi assoluzione piena e totale e anche scarcerazione con la solita formula, “se non detenuto per altra causa”.

LE CONDANNE IN PRIMO GRADO NEL FEBBRAIO DEL 2022.

In primo grado, nel febbraio dell'anno scorso, erano stati condannati Gianpaolo Scimone a 16 anni, Carmelo Sessa a 16 anni e 8 mesi, Piero Lombardo a 7 anni e 4 mesi, Maurizio Azzara a 6 anni e 8 mesi, Gregorio Fiumara a 9 anni e 4 mesi, Francesco Minissale a 7 anni e 4 mesi, Flaminio Florelli a 9 anni e 4 mesi e Mario Spinelli a 11 anni e 4 mesi. La sentenza era del gup Ornella Pastore nel processo con il rito abbreviato.  Secondo l’accusa, quando a tutti era precluso qualsiasi spostamento per la “zona rossa”, grazie ad un’ambulanza si sarebbero mossi senza problemi trasportando e distribuendo importanti partite di sostanze stupefacenti. I pubblici ministeri Liliana Todaro, Federica Rende e Francesca Bonanzinga avevano chiesto condanne che oscillavano dai 18 agli otto anni di reclusione.