23 Febbraio 2023 Giudiziaria

FINANZIERE DI MILAZZO CONDANNATO A 7 ANNI E MEZZO PER L’ESTORSIONE ALLA MADRE DI UN TOSSICODIPENDENTE

Il giudice dell'udienza preliminare Antonino Orifici, su richiesta del pm Carlo Bray, al termine del processo con il giudizio abbreviato che ha consentito all'imputato uno sconto di pena pari a un terzo, ha condannato 7 anni e 6 mesi di reclusione (e al risarcimento dei danni, per complessivi 30 mila euro) il brigadiere capo della Guardia di Finanza, Giuseppe Sottile, 51 anni (difeso dall'avvocato Giovanbattista Freni), abitante nella frazione S. Marina di Milazzo, nei pressi della casa della vittima presa di mira. E' stato ritenuto autore del reato di estorsione aggravata in concorso con un complice calabrese che avrebbe svolto il ruolo di emissario. Ne dà notizia il quotidiano Leonardo Orlando su Gazzetta del Sud.

I FATTI.

Il militare delle Fiamme gialle, per portare a termine l’estorsione nei confronti della madre di un tossicodipendente, avrebbe agito in concorso con il calabrese Emanuele Laganà, che avrebbe svolto le funzioni di emissario. L’estorsione avvenne mediante minacce consistite nel proferire alla vittima, una donna di 79 anni, frasi minatorie nei confronti del figlio che la donna voleva salvare. Vittima che sarebbe stata costretta a consegnare 12.000 euro, piombando in uno stato di apprensione per raccogliere la somma pretesa, con conseguente danno per l’anziana signora la quale aveva temporaneamente nascosto il denaro al fine di evitare che il figlio lo utilizzasse per acquistare sostanza stupefacente.

Giuseppe Sottile, secondo l'accusa, sarebbe l'ideatore e l'organizzatore. Oltre a dirigere l'azione, avrebbe fornito al calabrese Emanuele Laganà le informazioni sulle minacce da proferire nei confronti della vittima, il telefono e la sim con cui effettuare le telefonate minatorie, oltre alle indicazioni stradali per raggiungere il luogo in cui prelevare il denaro. L'emissario, oltre alle telefonate minatorie, ha poi prelevato la borsa, al cui interno vi era il denaro, lasciata dalla donna presso l'edicola votiva di via Bastione di Milazzo.

La vittima, la madre di un tossicodipendente che voleva salvare il figlio abituale consumatore di cocaina, appartiene a una famiglia di noti vivaisti di Milazzo che avevano trasferito l'attività al figlio fornendogli anche denaro che lo stesso avrebbe in parte utilizzato per comprare cocaina.

Il finanziere, anch'egli di Milazzo in servizio a Reggio Calabria, era stato contattato dalla donna in quanto vicino di casa della stessa che chiedeva di essere aiutata a tenere lontano gli spacciatori che rifornivano il figlio di cocaina.

Da quel momento, dopo l'intercessione del finanziere che sarebbe risultato in contatto con malavitosi di Reggio Calabria, la donna avrebbe ricevuto numerose telefonate effettuate da un presunto complice del finanziere che si presentava come mediatore sostenendo che il figlio della donna aveva debiti con spacciatori per 38 mila euro. La donna disse che non poteva pagare e ottenere una dilazione consegnando, comincia i carabinieri appostati in zona, 12mila euro di acconto.