Unime, presentate le nuove aule multimediali dedicate alle attività didattiche degli studenti
Sono state inaugurate oggi, 24 febbraio, le nuove aule multimediali dell’Aulario dell’Università degli studi di Messina di via Pietro Castelli.
Le aule sono state presentate dal Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, che ha spiegato che saranno a disposizione degli studenti, in parte verranno usate per il nuovo sistema di accesso a medicina e fanno parte di un rinnovamento più ampio degli stumenti universitari.
“Devo dire grazie alla capacità di chi mi ha coadiuvato di ottenere un finanziamento regionale,” ha precisato il Rettore, “perché questo è l’ennesimo finanziamento regionale che l’Università è riuscita a ottenere e ha messo a sistema a vantaggio dei propri studenti. Abbiamo cambiato il parco macchine praticamente di tutta l’Università. Se non sbaglio abbiamo acquistato più di mille computer.”
È stato poi menzionato l’avvio dei lavori, finanziati dall’Università, per la realizzazione di una camera bianca sterile per il Reparto di Ematologia del padiglione H del Policlinico, “l’Università è accanto alla famiglia Antonuccio in questa iniziativa, innanzitutto per i pazienti, poi anche per gli specializzandi che si formano in queste strutture.”
Il Rettore ha poi parlato di altri progetti e delle inaugurazioni future: “Siamo riusciti a ottenere il finanziamento per il liberty (che diventerà il primo student hotel dell’Università di Messina), l’Hotel riviera, la banca d’Italia. Le aule che sono cambiate tutte, a breve vedrete quelle di giurisprudenza, dove si è passati dai bagni a cielo aperto alle aule multimediali. A breve inaugureremo un dipartimento spettacolare che è il dicam, finiremo la facoltà di veterinaria e poi si passerà al centro e stanno rifacendo l’aula magna di ingegneria.”
“Devo dire che lo stato di degrado in cui l’amministrazione che ho l’onore di rappresentare ha trovato gli immobili imponeva una scelta forte. La mia fortuna è aver avuto accanto donne e uomini che hanno creduto in un progetto che può consentire di fare in cinque anni quello che si poteva fare in venticinque.”