12 Aprile 2023 Politica e Sindacato

Ambientalisti all’unisono: “Il Ponte è un’opera dannosa e inutile”

Per Matteo Salvini il Ponte sullo Stretto di Messina sarà la più grande opera green al mondo. Ma invece gli ambientalisti non la pensano allo stesso modo. Infatti, si parla di un impatto devastante su un ecosistema delicato. Oggi alcune associazioni per la tutela dell’ambiente sono state ascoltate in commissione alla Camera e hanno criticato duramente il progetto.

Stefano Lenzi, il responsabile relazioni istituzionali del Wwf, è stato ascoltato a Montecitorio. Lenzi ha ribadito come il Ponte sullo Stretto verrebbe realizzato in un’area “compresa in zone protette. Insomma, l’opera avrebbe “elevatissimi e insostenibili costi ambientali”. Lenzi ha sottolineato come di questo progetto si parli ormai da 50 anni, ma in tutto questo tempo “nessuno è mai riuscito a dimostrarne l’utilità o la redditività”.

Per il Wwf, inoltre, c’è anche un problema pratico: “Sulla fattibilità bisogna porsi un problema visto che si tratta di costruire un Ponte a doppio impalcato, stradale e ferroviario, ad unica campata di 3300 metri. Al mondo con queste caratteristiche esiste una lunghezza massima di 1991 metri. E non è una questione secondaria dal punto di vista tecnologico e ingegneristico”. Infine, si tratterebbe di un ponte con “quattro torri di 400 metri di altezza, il tutto in una delle aree a maggior rischio sismico del Mediterraneo”.

Il Kyoto Club ne ha sottolineata una anche di mera utilità. Francesco Ferrante, vicepresidente dell’associazione ha detto: “Siamo sempre stati contrari al progetto del Ponte sullo Stretto. Non ne capiamo il senso dal punto di vista dei trasporti. Per noi non è una priorità del Paese: è un’opera dannosa e inutile. È una perdita di tempo e di risorse economiche. Sarebbe molto più logico investire su nuove tecnologie che consentirebbero di risparmiare sulle tempistiche di attraversamento dello Stretto. Non si capisce perché spendere miliardi di euro per un’opera che ridurrebbe di poco la percorrenza”. Insomma, ci sono in ballo (tanti) soldi pubblici che dovrebbero essere invece spesi per opere più utili alla transizione ecologica.

Ad essere ascoltata a Montecitorio c’era anche Italia Nostra, una delle più antiche associazioni di ambientalisti nel Paese. Secondo Walter Fratto, che è stato audito in commissione, il Ponte sullo Stretto sarebbe “l’ennesima cattedrale nel deserto”. Da un tempo di percorrenza di una ventina di minuti si passerebbe ad attraversare lo Stretto in un quarto d’ora, risparmiando appena una manciata di minuti, ma “sbarcati in Calabria ci si troverebbe comunque di fronte a una realtà amara, sia su gomma che su rotaie”. Per l’associazione, quindi, sarebbe più urgente “mettere al passo Sicilia e Calabria con le altre Regioni d’Italia”. Fratto quindi ha concluso: “Ci accontenteremmo di autostrade e ferrovie moderne sulla tirrenica e sulla ionica”.