28 Aprile 2023 Politica e Sindacato

La riflessione di Michele Bisignano: La Meloni “afascista”ed erede di Giorgio Almirante

di Michele Bisignano – La lettera di Giorgia Meloni inviata al Corriere della Sera il giorno dell’ anniversario della Liberazione dal Nazi-Fascismo probabilmente è stata scritta avvalendosi della collaborazione dei suoi due fidati “Consigliori politici”, chiamati a fare parte del suo governo, anche se non in veste di ministri.

E ad una lettura non superficiale è caratterizzata da una sorta di malcelata arroganza da “suprematismo ideologico”, che tende, con una operazione ipocrita e subdola, a delegittimare l’ antifascismo militante politico e culturale, attribuendogli il marchio di “faziosità”, strumentalismo” e ” massimalismo estremista”; riecheggiando così il vecchio e stantio refrain di Silvio Berlusconi dell’ anticomunismo.
Una operazione in atto da tempo e resa ancora più evidente in maniera becera dal suo megafono-cognato, che ha il compito di esternare e diffondere i pensieri che la Presidentessa del Consiglio per motivi istituzionali non può esplicitare, che ha definito le partecipate manifestazioni popolari che si sono svolte ovunque il 25 Aprile come “il fascismo degli antifascisti”. È evidente, quindi, il tentativo, supportato da buona parte dei media ormai asserviti al nuovo potere, di demonizzare l’antifascismo come “valore” e le forze politiche che lo incarnano e che si oppongono ad un Governo, comunque, reazionario, oscurantista e, per certi aspetti, anche illiberale. Ma il problema principale che riguarda la Meloni e la sua formazione politica non consiste tanto nel recidere i legami con il Fascismo e la dittatura mussoliniana legati ad un determinato periodo storico, perché lo stesso fascismo ha cominciato ad assumere varie forme nelle varie realtà in diversi Paesi costituendo il substrato ideologico di tanti movimenti politici e di governi attuali, facendo venire in mente quel richiamo al “fascismo eterno” fatto da Umberto Eco. Perché il vero spartiacque fra gli “afascisti” come la Meloni ed “il passato” dovrebbe consistere nel non avere come riferimento parte del programma politico del movimento fondato da post-fascisti e repubblichini di Salò, che aveva come simbolo quella “fiamma” facente parte della simbologia del “ventennio”, e riportata , come immagine
iconografica, prima in Alleanza Nazionale di Fini ed oggi nel partito della Meloni e di La Russa.
Un “movimento” che si pose come “alternativa al costituzionale sistema democratico-parlamentare” definito ” partitocrazia” e che non disdegnò di simpatizzare con regimi militari “golpisti” ed oppressori, e che propagandava lo stesso (ipocrita oggi come allora) slogan elettorale di “Dio, patria, famiglia” e che si muoveva nei confronti dei legami con il periodo fascista all’insegna di quel “né restaurare né rinnegare” che si scorge anche fra le considerazioni “meloniane “. Un movimento che sotto la guida di Giorgio Almirante, che rimane il vero “padre politico” della leader di FdI, propugnava la modifica di quel modello costituzionale del contemperamento ed equilibrio dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario, con un sistema “presidenzialista” (oggi non a caso ripreso dai suoi “eredi politici”) con cui verrebbe sminuito il ruolo plurale del Parlamento, e, mediante la elezione diretta del Presidente della Repubblica, verrebbero accentuati e rafforzati i poteri esecutivi del Capo dello Stato.
Ne verrebbe fuori quella che Giovanni Sartori definiva “Democrazia Plebiscitaria”, in cui si verrebbe a creare un rapporto diretto fra “leader maximo” e popolo, senza corpi intermedi e dal sapore “peronista”, con la celebrazione di un populismo populistico che va allignando sempre di più. E tutto ciò non appartiene al passato, ma potrebbe divenire un probabile futuro.
Forse anche per questo la Segretaria del Nuovo Partito Democratico Elly Schlein, in maniera perspicace e lungimirante, ha fatto un richiamo alla necessità di “attualizzare” i “valori” della “Resistenza”, impegnandosi non solo ad una opposizione senza sconti a certi progetti e proposte dai contenuti fortemente ideologizzati portate avanti da questo governo e dalla compagine che lo sostiene, ma anche per contrastare l’obiettivo principale di questa coalizione che consiste nello stravolgimento di quella Costituzione democratica e repubblicana, che come ribadito con nettezza dal Presidente Mattarella è fondata sull’antifascismo e sulla difesa e tutela della libertà e delle libertà.