CONFISCATI BENI AL BOSS DEL CLAN DEI BATANESI, VINCENZO GALATI GIORDANO
A distanza di un anno e mezzo dal sequestro dei beni scatta la confisca dei beni per il boss del clan dei 'Batanesi' (che hanno base a Tortorici, sui Nebrodi) Vincenzo Galati Giordano, 54 anni, detenuto per una lunga serie di reati. L'ultima condanna a 21 anni e 8 mesi lo ha raggiunto nell'operazione Nebrodi. 210 mila euro l'importo dei beni messi sotto chiave dallo Stato (una società agricola utilizzata per l’indebita percezione di contributi economici comunitari erogati dall’AGEA, un appartamento, un’autovettura e otto rapporti bancari). Deciso per il boss anche l'obbligo di soggiorno per 4 anni nel comune di residenza. A richiedere il provvedimento di confisca il procuratore aggiunto Vito di Giorgio e il sostituto della Dda Fabrizio Monaco.
IL SEQUESTRO DEL SETTEMBRE 2021.
Il provvedimento di sequestro prima e di confisca dopo, trae origine dall’indagine Nebrodi condotta dal ROS che aveva documentato come i “Batanesi”, a seguito della disarticolazione della famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto (ME), avessero progressivamente esteso il loro controllo sul territorio dei Nebrodi e della fascia tirrenica messinese, all’area di Montalbano Elicona, un tempo controllata dai “Barcellonesi”, insediando una loro “cellula” nel territorio di Centuripe, funzionale alle relazioni con esponenti del clan etneo “Cappello”, e inserendosi in alcune dinamiche criminali anche nelle aree di Regalbuto e di Catenanuova, ove sono stati censiti rapporti con esponenti della criminalità organizzata locale e catanese. Le indagini, inoltre, avevano evidenziato come erano stati sviluppati rapporti, funzionali agli illeciti, con altre consorterie mafiose a livello provinciale e ultra-provinciale.
Tre le varie attività delittuose, è emersa un’ampia e collaudata strategia per la commissione di plurime truffe finalizzate all’indebita percezione di rilevanti contributi europei, erogati dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (A.G.E.A.) a sostegno dell’agricoltura e della pastorizia. Vincenzo Galati Giordano, raggiunto il 15 gennaio 2020 da custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa nell’ambito della citata operazione Nebrodi, è risultato figura di rilievo dei “batanesi”, tanto da averne retto le fila durante il periodo di detenzione di Sebastiano Bontempo, capo del gruppo criminale. L’appartenenza dell’interessato al sodalizio mafioso è, peraltro, sancita dalle sentenze definitive relative alle indagini Mare Nostrum e Montagna.