15 Maggio 2023 Giudiziaria

DEPOSITATE LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA: LA MORTE DELL’AVV. CANCELLIERI, LO STRAZIO DI QUEI MINUTI NEL RACCONTO DEI TESTIMONI

di Edg - Sono state depositate dieci giorni fa le motivazione della sentenza di primo grado per la tragica morte dell'avvocato Olga Cancellieri, scritte dal giudice dell’udienza preliminare Tiziana Leanza dopo il verdetto di condanna a 4 anni e 4 mesi (più le provvisionali da pagare, in solido con la compagnia assicurativa, ai familiari della vittima: da 25 mila euro a testa ai genitori, ai 50 mila euro ai più stretti familiari) per Lorenzo Sciabbà, il motociclista che quella tragica sera del novembre 2021 impattò violentemente contro lo scooter di Olga nei pressi della chiesa di Santa Caterina. Nelle 22 pagine di motivazione, la giudice ripercorre quegli ultimi istanti di vita di Olga Cancellieri, nota avvocata di 46 anni. Attraverso le parole dei testimoni che si sono mossi tra la vicina chiesa e il ritrovo Il Narciso, in quel momento affollato, emerge tutto lo strazio di quei minuti.

Il primo ad essere sentito nell'immediatezza dei fatti è M. F. G., presente dei luoghi al momento dell'incidente, che rimarcava il ritardo nell'arrivo dei soccorsi evidenziando "che l'ambulanza è giunta sul posto dopo circa trenta minuti dalla chiamata e senza medico a bordo". Circostanza che viene ribadita dai numerosi testimoni identificati sui luoghi. Le testimonianze riportate nelle motivazioni fanno emergere uno stato di prostrazione e la rabbia dei testimoni in attesa dei soccorsi e accanto al corpo agonizzante della donna ferita.

Particolarmente eloquente, nella sua drammaticità, era poi la descrizione degli accadimenti successivi all'incidente resa da un medico presente sul posto che, in attesa dei soccorsi, aveva prestato assistenza a Olga Cancellieri, rendendosi testimone dei suoi ultimi istanti di vita.

“Sono un medico, esercito come fisiatra all’Ortopedico di Ganzirri  – ha raccontato la testimone –. Mi trovavo con delle amiche mentre le figlie stavano giocando sulla vicina piazza. Improvvisamente ho sentito un forte rumore tipico di uno spostamento di cassonetto e le bambine si sono avvicinate riferendo di aver visto cadere un motorino (…) Mi sono avvicinata alla ferita, una donna con una pozza di sangue in prossimità del cranio, credo plurifratturata agli arti inferiori (…) Mi sono chinata, ho tastato il polso e ho constatato la presenza del battito; l’ho chiamata ripetutamente, era incosciente ma respirava, anche se in modo irregolare (…) C’era un uomo che da come parlava ho presunto fosse un operatore sanitario o delle forze dell’Ordine…un mio collega… Nel contempo si erano avvicinati un infermiere di sala operatoria dell'Ortopedico e una infermiera del Papardo… Ho notato il sopraggiungere dell’ambulanza e ho visto scendere i soccorritori, abbiamo chiesto se avessero degli strumenti per stabilizzarla, una spinale, un collarino, giusto per fare un minimo di soccorso ma questo riferiva che essendo volontari della Croce Rossa non disponevano di tali presidi (…). Quando le condizioni della signora erano notevolmente peggiorate, quasi  in arresto cardio circolatorio e il respiro era “in gasping”, giunse l’ambulanza del 118: scende da quest’ultima una donna ma ci viene riferito che erano soccorritori e non medici, trattandosi di ambulanza non medicalizzata. Personalmente ho accusato una sensazione di totale sconforto per la situazione che si era creata. Il collega ha chiesto se l’ambulanza fosse dotata di kit di intubazione ma gli veniva riferito di no. Hanno provveduto ad uscire la spinale e il saturimetro per rilevare i parametri vitali. In questo contesto sentivo più persone alle mie spalle chiamare i soccorsi e le forze dell’Ordine…. Dopo una decina di minuti è giunta l'ambulanza medicalizzata. Ho accusato anche un malore dovuto allo shock....".

I consulenti che hanno redatto la consulenza necroscopia, pur rilevando la sussistenza di profili di criticità nel servizio del 118 ("questa tipologia di lesioni avrebbe richiesto la presenza immediata di un medico e di un infermiere professionale con specifica formazione per il trattamento del politrauma. E' del tutto evidente che erano minime le possibilità che gli autisti soccorritori, inviati con la prima ambulanza, potessero trattare in maniera adeguata questo tipo di lesioni che richiedevano competenze mediche e capacità tecniche molto elevate"), escludevano che i ritardi e gli errori registrati avessero inciso sul determinismo dell'evento letale ("considerata la gravità delle suddette lesioni, anche se l'intervento del SUEM 118 con ambulanza mediacalizzata fosse stato immediato, la violenza dell'impatto e le sue istantanee conseguenze a livello cranico, toracico, e cardiaco non avrebbero consentito alcun tipo di cura efficace per scongiurare il decesso della Cancellieri").

Più nello specifico evidenziano che "è difficile considerare che una serie di così gravi lesioni traumatiche craniche con i conseguenti danni sul Sistema Nervoso Centrale, Toraciche con la frattura bilaterale delle prime coste di destra e sinistra e cardiache, il versamento pericardio con tamponamento e la perforazione cardiaca, le potessero consentire di mantenere la coscienza e una attività respiratoria valida... Le condizioni della signora Cancellieri, per l'entità e la gravità dei traumatismi presenti, non erano tali da offrire chances di sopravvivenza... L'immediata valutazione e l'applicazione di alcune misure sul campo e di altre una volta giunta al Pronto Soccorso, considerata l'entità e la gravità delle lesioni, non sarebbero state con una probabilità prossima alla certezza, capaci di fare sopravvivere la signora Cancellieri al Politrauma".

Dal punto di vista tecnico, è scritto nella sentenza, "è stato dimostrato che se alternativamente i due conducenti non avessero commesso le infrazioni rilevate e riportate nel precedente capitolo, l'incidente sarebbe sempre risultato evitabile. In ragione di ciò, dal punto di vista tecnico, ritengo che la causa dell'incidente risulti addebitabile ad entrambi i conducenti (la signora Cancellieri perchè non arrestava la marcia allo Stop e il sign. Sciabbà per aver tenuto una velocità superiore rispetto al limite massimo consentito sui loghi". "...Ciò posto, deve ritenersi che, a fronte delle censure che sicuramente possono essere e lei mosse, nella causazione del sinistro ha certamente concorso in maniera determinante la condotta di guida azzardata dello Sciabbà che percorrendo a una traversa del centro cittadino intersecata a pettine da altre vie - in condizioni che imponevano assoluta cautela determinate dall'ora serale non tarda e dalla presenza di caseggiati sui lati della strada - alla velocità di 75km/h giungeva all'incrocio con la via De vespro come "un proiettile" difficile, se non impossibile, da prevedere ed evitare per la Cancellieri.

QUEL TRAGICO IMPATTO A 75 KM/H.

Il pm Marco Accolla aveva notificato, a maggio dello scorso anno, l'atto di conclusione delle indagini preliminari con l'accusa di omicidio stradale al ventiseienne Lorenzo Sciabbà, il centauro che con la sua Ducati, la sera del 10 novembre 2021, si è scontrato con lo scooter condotto dalla Cancellieri. Il pm gli contestava una velocità eccessiva, superiore ai 50 km orari (25 km/h oltre il limite consentito). "Procedendo lungo la via Centonze, con direzione di marcia nord-sud alla guida del motociclo Ducati Multistrada ad una velocità di 75 km/h - scrive il magistrato - superiore al limite consentito nel centro urbano di 50 km/h, giunto all'intersezione con la via del Vespro, veniva in collisione con il motociclo Kymco Downtown, in circolazione su questa via in direzione valle-monte, condotto da Olga Cancellieri, cagionandone per colpa la morte, determinata dall'entità delle gravissime e istantanee lesioni riportate nell'immediatezza del violento impatto a livello cranico, toracico e cardiaco". Lesioni consistite in una serie di fratture e lesioni che il pm elenca nell'atto. L'ipotesi di reato è frutto di una serie di perizie tecniche sui mezzi e sul luogo dell'incidente, e anche delle risultanze dell'autopsia.

La morte di Olga suscitò l'indignazione generale di amici, colleghi, professionisti e politici per le criticità del servizio di pronto soccorso (l'ambulanza del 118 arrivò sul luogo dell'incidente in ritardo e senza il medico a bordo), sotto dimensionato e ridotto allo stremo. E’ nato così il comitato civico 'Codice Bordeaux' con l’obiettivo di proporre idee e stimolare la politica a potenziare e rendere efficiente il servizio del 118 regionale.

La morte violenta della giovane avvocatessa, madre di due bambini, già due volte consigliere di quartiere (dal 1998 al 2005), tra le fondatrici dell'Osservatorio "Lucia Natoli" e legale e componente del direttivo di AddioPizzo che ha seguito nella sua qualità di avvocato in numerosi processi che vedono l'associazione antiracket in prima linea come Parte civile, lasciò sconvolti quanti l'avevano conosciuta e apprezzata in questi anni. Per il suo forte impegno contro la criminalità, aveva ricevuto il 4 ottobre, il premio del Comitato Spontaneo Antimafia “Livatino-Saetta-Costa”. Era stata anche responsabile delle politiche femminili nell'ultima segreteria provinciale dei Ds, prima della nascita del Pd.